«I Comuni dipendono troppo dalla Regione»
UDINE. I Comuni? Solo dei centri di spesa periferici del bilancio della Regione. Hanno una «modesta capacità di reperire in modo autonomo le risorse necessarie ad alimentare la loro spesa» e nel contempo beneficiano di «trasferimenti regionali al top della classifica nazionale».
L’analisi è del senatore del Pd Lodovico Sonego, che ha raccolto spunti, cifre e riflessioni in un dossier intitolato “L’identità dei Comuni del Friuli Venezia Giulia”. I 215 municipi che fanno parte delle province di Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia, ne escono dunque con qualche ammaccatura d’immagine.
Anche perchè, rileva Sonego, «appare singolare che il rapporto tra sindaci e amministrazione regionale sia sempre così vivace e a volte conflittuale, una dialettica tanto pronunciata non esiste da altre parti. In realtà il fatto che la Regione abbia grande cura dei suoi Comuni e ne riceva in cambio una relazione spesso conflittuale non è paradossale; la grande dipendenza dal bilancio della Regione non è motivo di “riconoscenza” semmai di ulteriore pressione per mantenere i trasferimenti consolidati e possibilmente aumentarli».
Ecco perchè, sempre secondo il senatore democratico, gli amministratori locali del Fvg fanno orecchie da mercante non appena sentono pronunciare la parola «aggregazioni» o peggio «fusioni». «Essendo meno presente che nel resto del Paese - spiega Sonego - il vincolo costituito dalle ristrettezze delle disponibilità finanziarie, lo stimolo alla ristrutturazione della rete dei Comuni è meno forte».
Ma nel suo report il parlamentare ammette «l’indubbia serietà gestionale della maggior parte dei Comuni del Fvg. Le risorse disponibili sono consistenti, ma vengono in genere spese con attenzione. Però vale anche il contrario: la serietà gestionale non fa velo al fatto che i Comuni della regione siano scarsamente identificabili come autonomie locali, ma piuttosto centri di spesa periferici del bilancio della regione».
Ecco allora alcune cifre che supportano il ragionamento. In Friuli Venezia Giulia le entrate tributarie dei Comuni, quelle cioè a loro delegate, raggiungono la cifra di 357 euro per abitante. Perfino in Valle d’Aosta, dove la presenza della Regione è totale, le entrate tributarie assommano a 484 euro pro capite.
In Veneto i sindaci sono abituati a fare da soli e quindi le entrate tributarie arrivano a 531 euro, mentre la media nazionale è ancora più alta, pari a 562 euro. Solo il Trentino Alto Adige, altra regione Speciale, in questa classifica ci supera con appena 228 euro di entrate tributarie dei Comuni.
Per quanto riguarda i trasferimenti regionali, invece, siamo tra i primissimi con 607 euro per abitante, mentre la media nazionale tocca appena i 109 euro e il Veneto, nostro vicino di casa, raggiunge miseri 51 euro per abitante in un anno: praticamente un conto in pizzeria per una famigliola di tre persone.
Secondo i numeri in possesso di Sonego (elaborazione Ifel-Anci su dati Istat) la spesa media pro capite dei Comuni del Fvg supera del 32 per cento la media nazionale e del 60,7 per cento quella del Veneto ed è la quarta in Italia, dopo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lazio.
Le entrate medie pro capite sono del 26 per cento superiori a quelle medie italiane e si collocano al terzo posto assoluto dopo le altre due Speciali del Nord, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Anche in questo caso, il Veneto, ha entrate medie pro capite di appena 960 euro, molto al di sotto del Friuli Venezia Giulia e parecchio sotto la media nazionale.
«E’ più facile fare il sindaco a Pordenone che a Portogruaro», sintetizza in conclusione il senatore del Pd. E viste le cifre complessive, come dargli torto?
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