I cani sbranarono una gatta, polli, conigli e una cagnolina: a processo il padrone

SACILE. Mila, cagnolina meticcia di 13 anni, di proprietà di una trentenne sacilese, giaceva sventrata nel prato di casa, a San Giovanni di Livenza. Al civico successivo nella stessa via sono stati sbranati dodici conigli, dodici polli e una gatta. È successo il 4 giugno 2017.
A processo, per l’uccisione degli animali, è finito il proprietario di due rottweiler e un labrador, socio di un’azienda agricola sita nelle vicinanze delle due case, il sacilese Nicola Perin.
La Procura gli ha contestato l’omesso controllo dei cani: il padrone non avrebbe impedito che uscissero dalla sua proprietà, finendo per assalire e uccidere gli animali dei vicini.
Giovedì 12 settembre sono stati sentiti i testi dell’accusa, fra questi le persone offese, che non si sono costituite parte civile. Il reato di uccisione di animale è procedibile d’ufficio.
La padrona di Mila, 32 anni, ha ricordato che già il 12 agosto 2014 la sua cagnolina si era rifugiata in cucina inseguita dai due rottweiler che continuavano a morderla. Un vicino, richiamato dalle urla della ragazza e dai guaiti è accorso, riuscendo ad allontanare i cani.
Mila si è ripresa dalle lacerazioni ai fianchi e nella zona lombare. Non è sopravvissuta invece alla seconda aggressione, tre estati dopo, alla quale però la padrona non ha assistito.
Il 12 dicembre, invece, saranno ascoltati i testi della difesa. L’avvocato Fabio Gasparini, che assiste l’imputato, porterà in aula vicini di casa e familiari, nonché personale dell’azienda sanitaria. La discussione della difesa sarà incentrata sul diritto.
Il pm ha ipotizzato un concorso colposo dell’imputato in un reato doloso, ovvero l’uccisione di animali, fattispecie molto grave. Un’estensione che risulterebbe difficilmente applicabile – l’obiezione difensiva – visto che chi in realtà ha commesso il reato doloso, ovvero l’uccisione di animale, sarebbero due cani.
L’articolo del codice penale infatti recita: «Chiunque per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni».
Oltre a ciò il legale ritiene che non vi siano nemmeno prove di un’omessa vigilanza o di negligenze nella custodia dei cani.
Al di là delle considerazioni di diritto, l’avvocato Gasparini intende dimostrare che i due rottweiler erano custoditi in modo idoneo, in un cortile recintato, dal quale sono scappati «probabilmente scavando una buca sotto la rete», per cause indipendenti dalla volontà del padrone e che non hanno mai dimostrato un temperamento aggressivo. Il difensore osserva inoltre che i giardini delle altre due abitazioni, invece, non erano recintati.
«Dopo la fuga i due cani sono stati trovati – ha ricordato il difensore – a giocare in un parco con alcuni bambini. Si tratta di cani addestrati, che non rappresentano un pericolo per le persone. L’aggressione alla cagnolina è stato un evento sporadico». Entrambi i rottweiler sono comunque assicurati. —
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