I batteriofagi attaccano i virus da debellare e si autodistruggono

Di “batteriofagi” si comincia a parlare all’inizio del Novecento all’Istituto Pasteur di Parigi: i promettenti risultati della ricerca vennero, però, accantonati con l’uso diffuso della penicillina.

La ricerca scientifica nel corso dei decenni è però proseguita in alcune realtà, come quella dell’ex Unione sovietica e, in particolare, all’Eliava Institute di Tiblisi, dove i ricercatori hanno isolato circa 950 virus capaci di mangiare di batteri causa di gravissime infezioni: fagi che arrivano dove la farmacologia antibiotica talvolta non giunge.

«Si tratta di una sorta di lotta integrata come quella che si fa in agricoltura, dove gli insetti buoni mangiano quelli dannosi, ma a livello submicroscopico”, chiarisce il dottor Alfonso Recordare, chirurgo dell’Ospedale all’Angelo e referente in Italia dell’Eliava Institute. «Virus particolari che non hanno nessun effetto dannoso sulle cellule umane o animali, ma agiscono selettivamente sui batteri, un meccanismo che ha inventato madre natura per mantenere l’equilibrio tra le diverse specie». Cure non ancora riconosciute in Italia, ma da decenni utilizzate in Paesi come la Russia, Georgia, Polonia. Ora i riflettori di medici e ricercatori si stanno riaccendendo anche in Europa occidentale: in Belgio e Svizzera su tutti, ma anche Olanda, Germania e Francia. E Italia.—



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