I 70 anni del soccorso alpino si celebrano nell’ex miniera
Venerdì 16 agosto cerimonia nel camerone di Santa Barbara a Cave del Predil

Pensi alla montagna e tra le prime cose che ti vengono in mente c’è il Soccorso alpino. Veri e propri angeli pronti a mettere a rischio la propria vita per salvare quella di chi si trova in difficoltà in alta quota.
Quest’anno ricorrono i 70 dalla fondazione del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e pure della stazione di Cave del Predil.
Quei soccorritori che per anni avevano risposto spontaneamente alle richieste di aiuto che provenivano dalle montagne del Tarvisiano (spesso da parte di chi tentava di espatriare clandestinamente dall’ex Jugoslavia) organizzandosi nel gruppo rocciatori dei Lupi, nel 1954 erano confluiti nel Soccorso alpino.

Settant’anni dopo, l’attuale stazione di Cave del Predil del Cnsas, ricorda quei pionieri della montagna (accanto al nucleo originario della fine degli anni Quaranta formato da Arnaldo e Umberto Perissutti, Umberto e Giovanni Cobai, Mirko Kravanja, Ignazio Piussi si aggiunsero Bruno e Mario Giacomuzzi, Mirko Caus, Lorenzo Bulfon, Pietro Durigon, Dario Vencelli, Claudio Carratù sotto la supervisione di Cirillo Floreanini) con una cerimonia e una messa nel camerone di Santa Barbara, nel cuore della vecchia miniera.
La data scelta, venerdì 16 agosto alle 11, darà modo ai volontari di fare memoria di altri due alpinisti finanzieri, morti negli stessi giorni dello scorso anno, precipitando dal Piccolo Mangart di Coritenza, Giulio Alberto Pacchione e Lorenzo Paroni.
«Nel corso degli anni ci siamo convinti del fatto che la nostra stazione ha una storia che va fatta conoscere e valorizzata, e siamo partiti dalla riproposizione del maglione che i fondatori utilizzavano nel 1954 – racconta Luca Onofrio, capo stazione del Cnsas di Cave del Predil –. La scelta della miniera, dove sarà celebrata una messa, non è casuale, in quanto i primi soccorritori arrivavano proprio da lì».
È emozionato e orgoglioso Onofrio nel ripercorrere la storia della stazione, che oggi conta su 41 effettivi: «A differenza di quanto avviene in altre parti del Fvg e d’Italia per noi il ricambio generazionale non è un problema – assicura –. I giovani si avvicinano alla nostra realtà. Attualmente la più “piccola” è una ragazza classe 1998».
Tra le iniziative in corso per i 70 anni c’è una mostra alla Funifor di Sella Nevea che ripercorre l’evoluzione nel trasporto degli infortunati mediante barelle di soccorso, promossa con la collaborazione di Promoturismo Fvg.
Ma il sogno di Onofrio è far diventare l’esposizione, ampliandola, permanente: «Stiamo lavorando per avere una stanza del museo della miniera di Raibl dedicata alla storia del Soccorso alpino. Sarebbe il primo museo del Cnsas», chiude il capostazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto