Hypo, gli indagati hanno venduto i beni

Prima hanno “dopato” i leasing truffando migliaia di clienti che hanno versato nelle casse della Hypo Alpe Adria Bank più di quanto avrebbero dovuto: un fiume di denaro che soltanto nel periodo dal 2004 al 2013 ha consentito alla banca di incassare indebitamente più di 88 milioni di euro. Non a caso la Hypo Alpa Adria bank ha fatto registrare le migliori performance dell’intero gruppo, così i manager hanno fatto incetta di premi e bonus.
Poi, quando quegli stessi manager hanno saputo di essere sotto indagine, alcuni di loro hanno iniziato a cedere abitazioni e auto di lusso: secondo la Guardia di finanza un tentativo di ostacolare ogni eventuale pretesa da parte dell’autorità giudiziaria, penale e civile. Da dirigenti super premiati hanno cercato di trasformarsi in nulla tenenti o quasi, ma tutte le operazioni sospette sono state monitorate dalla Gdf di Udine, coordinata dal colonnello Stefano Commentucci. Non solo. Da quando sono iniziati gli accertamenti, avviati in seguito a un esposto in Procura presentato sulla base di alcuni servizi trasmessi da Striscia la notizia, i finanzieri hanno ricostruito a ritroso tutti i trucchi messi in atto dal sodalizio che avrebbe iniziato a ritoccare i tassi già nel 1997.
Le indagini del Nucleo di polizia tributaria udinese, svolte anche mediante perquisizioni, esame di copiosi accertamenti bancari e analisi di supporti informatici, hanno ricostruito indebite sottrazioni di denaro in danno di singoli clienti anche per oltre 150 mila euro nell'arco della durata del contratto. Dall'esame di un milione e 300 mila messaggi di posta elettronica è emerso uno scambio di corrispondenza continuo tra i funzionari indagati in merito ad accordi e richieste finalizzati al reato ascritto o per favorire un piccolo numero di clienti “privilegiati” ai quali veniva assicurato, al contrario, un trattamento di favore. I contratti alterati soltanto dal 2004 sarebbero 54.568 per un totale di oltre 88 milioni di euro di utili non dovuti: una delle più grandi truffa a danno dei clienti di una banca dal dopoguerra a oggi.
A ideare e controllare tutto era, nella ricostruzione dei pubblici ministeri, Barbara Loffredo e Paola De Franceschi, l’allora direttore generale e amministratore delegato di Hypo Bank, Lorenzo Di Tommaso, 61 anni, di Udine, silurato dalla banca all’inizio dell’indagine che vede coinvolti anche: Carlo Bellogi, 52, originario di Aviano e residente a Udine, che in Hypo, dal 2011, aveva ricoperto l’incarico di responsabile del “Legal service”; i due vice direttori generali Sandro Ballerino, 49, di Udine, addetto all’area commerciale, e Daniele Metus, 54, di Moruzzo; Nadia La Neve, 49, nata a Paularo e residente a Udine, chiamata in causa in qualità di responsabile dell’area “Credit processing”; Andrea Micalich, 50, originario di Forlì e residente a Udine, indagato in quanto direttore commerciale della rete agenti leasing, nonchè direttore generale di “Hypo Alpe Adria Finance srl”; e Paolo Pellicciotti, 46, di Udine, finito nei guai nelle sue vesti di responsabile dell’area “Market support” e di direttore generale di “Hypo Alpe Adria Leasing srl”. Per tutti l’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
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