«Ho sentito un colpo secco i miei figli sono scappati»

Il racconto di Guido Vidale che era uscito in strada poco prima del rogo La sua casa e quella del vicino Luca Romano sono gravemente danneggiate
Di Gino Grillo

RIGOLATO. Sono due le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni, a seguito dell'incendio della notte scorsa: si tratta di quella di Luca Romano, commerciante all'ingrosso di bibite e quella di Guido Vidale, la cui moglie gestisce un panificio in paese.

In totale sette persone hanno dovuto cercare rifugio vista l’impossibilità di rientrare nelle case, dichiarate inagibili. Abbiamo raccolto la testimonianza di Guido Vidale. Ancora scosso per l’accaduto e per quanto poteva succedere ai suoi figli. Racconta di essersi allontanato da casa poco dopo le 4 di ieri mattina: «Mia moglie gestisce il panificio e io mi recavo a trovarla. Uscito di casa ho avvertito odore di legna bruciata, ma è normale in queste fredde giornate che si accendano i caminetti e le stufe sin dalla prima mattina». Vidale non ha fatto dunque troppo caso a queste esalazioni, ma appena incamminatosi verso il centro paese ha scorto del fumo. Troppo per esser quello che scaturisce da un camino. Ha osservato con attenzione e si è reso conto che sopraggiungeva proprio dal punto in cui si trovano la sua casa e quella del vicino, il commerciante Luca Romano. «Poi ho sentito un colpo secco, come una esplosione – prosegue Vidale – e ho visto la stalla (il magazzino in legno ndr) completamente invasa dalle fiamme».

Quel colpo secco ha svegliato di soprassalto i due figli di Guido, entrambi maggiorenni. Il fragore li ha convinti a uscire immediatamente di casa: Sandro e Daniela si sono così messi in salvo, incolumi. «Poi è arrivato anche l’altro mio figlio, Claudio, che aveva appena terminato il proprio turno di lavoro notturno in cartiera» Prosegue Vidale. Si dispera Guido: aveva appena terminato di isolare il tetto della propria abitazione. Una disperazione che di mattina era ancora più sentita: «L’acqua era gelata e le manichette dei pompieri all’inizio non erogavano l’acqua per spegnere le fiamme». Poi un pensiero alla casa, alla ricostruzione. «Siamo assicurati, ma non so se abbiamo aggiornato la polizza ai nuovi valori dell’abitazione». In un primo tempo aveva deciso di sistemarsi dai fratelli, nella frazione di Gracco. «È la casa d'origine della mia famiglia, l’hanno ereditata i miei fratelli che vivono a Udine, ma mi hanno permesso di trovare alloggio da loro». Poi il sindaco è intervenuto ed è riuscito a convincere la famiglia a sistemarsi in un albergo di Comeglians, a spese del Comune: la casa a Gracco era infatti disabitata da tempo e senza luce. Avrebbero dovuto dunque vivere in condizioni disagiate e al freddo. Si tratta di una sistemazione provvisoria, in attesa di completare le procedure per ottenere un appartamento nell’ex edificio scolastico di Rigolato.

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