Ha 10 anni l’inventore del “memory sonoro”





È loquace, simpatico, creativo. Antonio ha 10 anni, vive a Sesto al Reghena, è un bambino non vedente. Ha fantasia da vendere, voglia di imparare, vuole anche tornare a scuola. «Spero che il coronavirus passi il prima possibile, così potrò rientrare in classe», dice. Nel frattempo, ha dato libero sfogo alla sua inventiva: ha creato un memory sonoro, un gioco pensato per i bambini non vedenti come lui. Bisogna servirsi dell’udito per trovare le coppie di vasetti uguali. «Funziona che scuotendo i vasetti hai dei suoni molto belli e diversi», dice Antonio, che ha realizzato in casa il suo gioco.

Un’idea originale, che ha presentato in diretta social sulle pagine del ministero dell’Istruzione nell’ambito dell’iniziativa nazionale sulla didattica a distanza #LaScuolaNonSiFerma. «Per prima cosa – spiega Antonio – è necessario mangiare tanto yogurt, perché servono dieci vasetti vuoti, uguali». Per riempirli ha usato omini di legno, pastina e riso. Il gioco consiste appunto «nel trovare il suono uguale tra le coppie». Oltre che a dare sfogo alla sua creatività, il bambino deve pensare alla didattica a distanza. Antonio fa lezione al telefono con l’insegnante di sostegno, supportato dalla mamma Veronica. «La mattina mi chiama la maestra Giulia e facciamo la scuola a casa», racconta Antonio.

«Ci arrangiamo abbastanza bene: abbiamo l’aiuto della maestra di sostegno – aggiunge mamma Veronica –, ma manca l’educatrice. È un aiuto importante». Antonio ama anche stare nell’orto col papà Roberto e suonare il pianoforte, una delle sue passioni. La scuola, però, gli manca. «Spero che questo coronavirus finisca, perché vorrei tornare a scuola». Un desiderio, condiviso da tanti bambini, costretti a stare lontano gli uni dagli altri: tutti sperano di potersi riabbracciare, scherzare, ridere e giocare di nuovo. Antonio, in attesa di poterlo fare, si diverte in modo creativo e raccoglie i meritati consensi. —



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