Guerra tra pompe funebri, assolto Martini

Un concorrente l’aveva accusato di avere illecitamente rimosso e distrutto alcune epigrafi affisse
Di Bruno Oliveti

MANIAGO. Un concorrente l’aveva querelato ritenendolo colpevole di avere tolto illecitamente dalla bacheca e strappato le sue epigrafi. Ma alla fine della requisitoria il pubblico ministero – rappresentato dal vpo Patrizia Cau – si è reso conto che l’accusa non reggeva, e ha chiesto per gli imputati l’assoluzione, puntualmente decretata dal giudice Eugenio Pergola perché il fatto non costituisce reato.

E’ una storia singolare questa “guerra” tra onoranze funebri maniaghesi, aperta dalla denuncia presentata da David De Cecco: secondo quest’ultimo, il titolare delle Onoranze funebri Martini, Silvio Martini appunto, 73 anni, di Maniago, e il suo collaboratore Mario Candido, 47 anni, di Vajont, togliessero gli annunci affissi dalla De Cecco. Di qui l’accusa di furto aggravato (in quanto i beni in oggetto erano esposti alla pubblica fede) e danneggiamento, l’apertura del fascicolo e, ieri, l’ultima udienza di fronte al giudice monocratico.

In aula è stato chiamato a deporre il querelante; la difesa dei due imputati, sostenuta dall’avvocato Antonio Malattia, ha convocato anche diversi altri titolari di onoranze funebri della zona. Dalle testimonianze è emerso che Martini e Candido, peraltro soltanto in due occasioni (una nel 2010 e una nel 2012), avevano effettivamente rimosso le epigrafi del concorrente, ma due giorni dopo la celebrazione delle cerimonie funebri annunciate. E che tale comportamento risulta “di prassi”: nel momento in cui si è svolto un determinato funerale, l’annuncio dello stesso non ha più ragione di essere pubblicizzato. Nessun illecito, dunque, tanto più che le epigrafi non sono soggette al pagamento di tasse per l’affissione.

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