Guerra, Quasimodo e la tecnologia i temi più gettonati

I maturandi promuovono le tracce del Ministero. Stanchi ma felici, i 2.400 ragazzi impegnati in città con la prima prova dell’esame di Stato sono usciti ieri alla spicciolata dalle scuole verso le 13.30. Tre i temi più gettonati: l’analisi del testo di Salvatore Quasimodo (nonostante l’autore fosse rimasto escluso da molti programmi), il saggio breve storico politico «Violenza e non violenza: due volti del Novecento» e l’ambito tecnico scientifico che punta sulla «Tecnologia pervasiva» aprendo con un contributo del blogger del Messaggero Veneto e giornalista dell’Espresso, Fabio Chiusi. Una giornata cominciata di buon’ora e condita da tensioni. Perché sebbene il tema d’italiano sia considerato la prova più abbordabile, è pur sempre un passo importante nella carriera di ogni studente. Gran parte dei 3.847 maturandi della provincia di Udine ieri mattina era pronta davanti alle rispettiva sedi d’esame già prima delle 8. L’attesa è stata lunga, le tracce sono arrivate alle 9 dopo la consegna dei telefoni cellulari e delle carte d’identità.
Senza intoppi
I timori della vigilia si sono rivelati infondati e, nonostante i responsabili dell’invio del plico telematico non si fossero esercitati, tutto è andato per il verso giusto. Responsabilità, ecco la parola d’ordine in città. Perché nessuno dei candidati è stato pizzicato a copiare, anche se è vero che i “furbetti” daranno il meglio di sé oggi, con la prova specifica in base al corso di studi. Pochi gli assenti: a parte i 12 ragazzi di una stessa classe a Pordenone, un altro paio di compagni nella Destra Tagliamento e un ragazzo a Palmanova, tutti hanno firmato la presenza. E anche gli assenti non si devono preoccupare perché è già in programma la sessione suppletiva dell’1 e il 2 luglio.
La notte prima degli esami
Per qualcuno è stata una notte di volontariato. «Avevo il turno dalle 19 alle 24 sull’ambulanza della Croce rossa – racconta Susanna Urban dell’Isis Malignani –. E alla fine è andata meglio così perché la mia passione mi ha aiutata a ingannare l’attesa». Susanna, che ha frequentato l’ultimo anno del liceo scientifico tecnologico, ha scelto l’analisi del testo del premio Nobel Salvatore Quasimodo. «Ho letto con attenzione tutte le tracce – racconta –, ero orientata sull’ambito tecnico scientifico, ma poi ho optato per la poesia. Dopo un attimo di crisi per capire il significato profondo, ho iniziato a scrivere. E speriamo d’essere andata bene». Susanna ha già sostenuto il test d’ammissione alla facoltà di Medicina e la sua strada è tracciata perché è stata ammessa a pieni voti.
Le altre scelte
Violenza e non violenza per Iacopo Cainero dello scientifico Marinelli. Un’analisi iniziata con «l’omicidio Matteotti e proseguita attraverso la Prima guerra mondiale e le ricadute degli scontri sui soldati – spiega –. Fino alla nascita degli estremismi. Sono appassionato di storia e con l’aiuto delle simulazioni fatte in classe, sono fiducioso». A lamentarsi di non avere affrontato Quasimodo in aula è Chiara Degano del Marinelli, anche lei ha puntato sull’ambito storico «perché era il più facile», ammette. La tecnologia ha spopolato all’Isis Malignani. Ma non soltanto. «Ho spiegato l’influenza che la tecnologia ha sulle nostre vite – racconta Nigel Cerea, aeronautico di viale Leonardo da Vinci –. Sono aumentate le produzioni e diminuiti i costi, ma a pagare il prezzo è stata l’occupazione». Medesima traccia per l’elettrotecnico Sebastiano Valente che pensa già al suo futuro: «Ho scelto ingegneria meccanica, ma andrò all’estero perché in Italia non c’è spazio per i giovani e sono preoccupato». Sulla tecnologia punta anche Denny Ponte, tolmezzino e campione di rendimento al liceo classico Stellini: arriva alla maturità con 25 crediti, il massimo. Denny ha dato una «lettura filosofica al progresso tecnologico». C’è anche chi, come Mattia Napoli del Malignani, si è lanciato sulla traccia artistico letteraria: «Assecondo una passione personale – spiega –, ho deciso di non restare legato ai temi apparentemente più facili perché grazie alle simulazioni in classe questa prova non è più un salto nel buio». Quasimodo per Beatrice Nardini dello Stellini, «è un esponente dell’ermetismo, quindi alla fine mi è sembrato abbastanza facile nonostante avessimo affrontato soltanto in parte l’autore in classe».
Michela Zanutto
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