Guardie forestali: gli ambientalisti sostengono Corona «Riattivate il Corpo»

Petizione nazionale, dal Cansiglio un importante appoggio De Savorgnani: «Vogliamo rivederli girare nei boschi»



Gli ambientalisti che difendono la foresta del Cansiglio, sostengono l’appello dello scrittore Mauro Corona per ripristinare il Corpo delle guardie forestali, dal 2016 assorbito dall’Arma dei carabinieri.

La petizione voluta dallo scrittore di Erto, divenuta una battaglia nazionale a difesa dell’ambiente, viene adottata dagli ambientalisti quale valore aggiunto per la tutela dei 6.500 ettari del Cansiglio, una foresta che, al più presto, dovrà essere protetta dall’Unesco, quale patrimonio dell’umanità.

«Il Corpo forestale va subito ripristinato – afferma Toio De Savorgnani, leader del movimento per la tutela ambientale del Cansiglio – . Dobbiamo rivedere le divise verdi girare per i boschi e le colline, ma occorre far presto. Ancora un paio d’anni e delle funzioni dei forestali resterà ben poco, in molti se ne sono già andati o lo stanno facendo. Rischiamo di perdere un patrimonio prezioso di competenze».

Dopo gli appelli di Mauro Corona sui social e in televisione per il ritorno delle Guardie forestali come corpo autonomo a tutela dell’ambiente, la raccolta di firme su “Change.org: ripristiniamo le Guardie forestali dello Stato” ha superato ogni previsione. Quell’appello viene ora fatto proprio da tutti i leader ambientalisti, a cominciare da Michele Boato, fondatore dell’ecoistituto del Veneto, Alex Langer e Vittorio “Toio” De Savorgnani, protagonista di ogni iniziativa a tutela del Cansiglio. «Per giustificare l’eliminazione del Corpo forestale si è diffusa l’informazione, del tutto errata, che le guardie erano troppe, soprattutto in Sicilia, Calabria e Sardegna – osserva De Savorgnani – . In realtà si tratta di operai stagionali e tecnici forestali regionali, persone escluse dal Corpo, che contava in tutt’Italia, sino al 2016, solo settemila dipendenti, ben al di sotto delle reali necessità».

De Savorgnani conclude l’appello a nome degli ambientalisti con una nota personale: «Mio padre era del Corpo forestale, suo padre, mio nonno, era un forestale dell’Impero asburgico. I miei nonni materni erano entrambi cimbri del Cansiglio. Ho la montagna e il bosco nel Dna. Da 36 anni lavoro in montagna, difendendo il Cansiglio e sono rimasto esterrefatto quando hanno eliminato il Corpo forestale, avanguardia nella lotta ai reati ambientali, crimini che fruttano alle eco mafie profitti incalcolabili».

Il Corpo Forestale è stato definito da don Luigi Ciotti: «Insostituibile presidio di legalità». Per ripristinarlo Michele Boato e Toio De Savorgnani chiedono ora di sostenere, con le proprie firme – sono già oltre 50 mila – la petizione di Mauro Corona. —





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