Gualazzi: «Rieccomi a Udine ne ho un bellissimo ricordo»

Il musicista martedì al Nuovo:
«Una città attenta al jazz,
San Francesco magnifica location»

Jazz, soul, blues e ragtime fanno parte del dna di Raphael (nome d'arte di Raffaele) Gualazzi, classe 1981, nato a Urbino, cantautore e pianista di fama, atteso martedì sul palco del Giovanni da Udine (ultimi biglietti nei punti Azalea Promotion, al Nuovo e sul sito www.ticketone.it). Nel 2011, giusto a trent'anni, Gualazzi vince a Sanremo la categoria Giovani con Follia d'amore e, pochi mesi dopo, si classifica al secondo posto all'Eurovision Song Contest. Fino ad allora sconosciuto al grande pubblico. Eppure Raphael, figlio d'arte di Velio Gualazzi, fondatore degli Anonima Sound assieme a Ivan Graziani, già nel 2005 pubblica Love outside the window (Edel) e via via partecipa a festival come il Fano Jazz, il Trasimeno Blues, il Java Festival di Giakarta, l'Argo Jazz, il Ravello International Festival... In più, è del 2008, uscita in Francia, la compilation Piano jazz (etichetta Wagram), che include il brano Georgia on My Mind interpretato da Gualazzi, oltre a composizioni di artisti di fama mondiale. Poi, però, c’è l'incontro con Caterina Caselli e dunque la svolta.

– Raphael, quanto devi a Caterina e quanto invece lei deve a te?

«La musica è fatta di condivisione e di diversi ruoli. Nel suo ruolo di talent scout lei è perfetta. Le sono grato e farò sempre di tutto per non tradire le sue aspettative».

– Come riescono a convivere la tua proverbiale riservatezza e i meccanismi, a volte spietati, dello show biz ?

«Credo che la protagonista sul palco debba essere sempre la musica, col suo linguaggio universale, con una forma estetica unica nella sua bellezza. Io cerco di portarla sempre al centro dell'attenzione, come faccio ora rispondendo alla domanda» (sorride, ndr).

– Come ricordi il concerto a Udine, alla presentazione della nuova veste tabloid del Messaggero Veneto , nella chiesa sconsacrata di San Francesco?

«Ho un ricordo bellissimo di quella location, della città di Udine e della competenza del pubblico friulano. Lì ho parlato con molta gente, particolarmente attenta al jazz».

– Quella volta eri solo... Al Giovanni da Udine a che tipo di concerto assisteremo?

«Lo spettacolo attuale è sfaccettato e alterna atmosfere suggestive a momenti dall’energia intensa e travolgente, sulle linee del blues e del jazz, con incursioni nel gospel e nel soul, ma anche nel rock e nel country. Sette dei musicisti sono francofoni (tra cui tre coriste) e due italiani».

– Concordi con chi ti definisce «artigiano della musica»?

«Sì, mi piace molto questa descrizione, perché il mestiere di musicista è creare giorno per giorno le proprie opere, che hanno tutte un'anima».

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