Gruppo Sassoli, annunciati 44 esuberi

Nuovi esuberi nelle aziende del Gruppo Sassoli: 23 alla Lavinox di Villotta di Chions (144 unità) e 21 alla Sarinox di Aviano (45 addetti), due realtà che la proprietà intende accorpare in un unico stabilimento. In nome del taglio dei costi, s’intende sacrificare il sito di Aviano e concentrare la produzione nella fabbrica di Chions.
Questi i progetti contemplati nel piano industriale presentato dai rappresentanti del Gruppo nelle sette ore di confronto di ieri, a Unindustria, con i sindacati (fuori della sede degli industriali il picchetto dei lavoratori, che hanno scioperato per otto ore).
Progetti che Fim, Fiom e Uilm hanno respinto al mittente. I sindacalisti Gianni Piccinin (Fim), Denis Dalla Libera (Fim), Maurizio Marcon (Fiom), Bruno Bazzo (Fiom) e Roberto Zaami (Uilm) hanno lanciato un ultimatum alla proprietà: entro un mese, ossia l’equivalente della proroga dei contratti di solidarietà sottoscritta ieri, dovrà presentare un piano credibile, strutturato e sostenibile. «Quello presentato in questa occasione, per entrambe le realtà, era un canovaccio raffazzonato nel fine settimana» hanno commentato i sindacalisti.
Lavinox. L’azienda ha prospettato un calo del fatturato nel 2018. Ma c’è di più: il piano di investimenti da due milioni di euro presentato l’anno scorso oggi risulta quasi azzerato e ci sono nuovi esuberi. Peccato che gli addetti rispetto al 2015, quando erano 214, sono diminuiti di oltre 60 unità, numero che la proprietà ha sempre indicato come quota di eccedenze. La soglia per il superamento della questione esuberi è stata quindi raggiunta: perché ce ne sono di nuovi? «L’azienda deve chiarire cosa intende fare – hanno commentato i sindacati –. Il piano industriale che ci è stato presentato è insufficiente e non parla di prospettive di crescita. È un progetto al ribasso, nel quale non viene nemmeno chiarito come si intende affrontare gli esuberi».
Sarinox. Anche in questo caso nuove eccedenze, che nel 2019 porteranno al dimezzamento dell’attuale organico. In più c’è la volontà di chiudere il sito di Aviano e trasferire la produzione a Villotta: un piano che può avere senso dal punto di vista industriale, ma che crea pesanti disagi per i lavoratori che risiedono lontano da Chions. L’azienda ha fatto sapere che anche per quest’anno ci sono buone prospettive sul fronte dell’antifinger, che garantisce però lavoro a 12 addetti, che salgono a 18 quando entra in vigore il terzo turno. Questo non basta, insomma, come hanno osservato i sindacati. Per la parte della meccanica, invece, non ci sono risposte positive dal mercato.
Ultimatum sindacale. Le forze sociali sono state chiare: servono progetti veri. «L’azienda avrà un mese di tempo per elaborare progetti industriali credibili – hanno commentato i sindacati –. Non si può continuare con questa incertezza: in ballo c’è il futuro di quasi 200 addetti e delle loro famiglie». Fim, Fiom e Uilm hanno stigmatizzato il comportamento della proprietà. «Non si è presentata neanche a questo incontro, nonostante l’avessimo richiesto – hanno evidenziato –. Non vediamo la proprietà da tre anni. Fatichiamo a fidarci dei Sassoli: sinora né hanno prova di credibilità né hanno dimostrato coi fatti di avere un’idea industriale. Siamo preoccupati per il futuro».
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