Gruppo Cividale sbarca in Russia: inaugurata una nuova fonderia

Investimento da 45 milioni, sostenuto anche da Finest. La Danieli ha fornito l’acciaieria e i forni. Valduga: «È il modo migliore per agganciare nuove commesse. Ce n’è già una»

UDINE. Il Gruppo Cividale cresce e lo fa in Russia. In questi giorni è stata inaugurato una nuova fonderia nella cittadina di Chelyabinsk. Un investimento di oltre 45 milioni realizzato in joint venture con due industriali russi ed uno kazako, tutti produttori di valvole e componenti per il settore oil&gas, clienti del Gruppo Cividale da alcuni anni.

E proprio da questi clienti è arrivata una maxi-commessa di valvole per il settore oil&gas da oltre 15 milioni di euro: grosse valvole in acciaio per gli oleodotti siberiani, resistente alle basse temperature (anche meno 60°), che saranno prodotte nelle fonderie italiane del Gruppo. La fonderia occupa uno spazio di 150.000 metri quadrati, di cui 35.000 coperti, alla periferia della città di Chelyabinsk, importante centro di eccellenza siderurgica nella regione degli Urali.

L’investimento, che ha coinvolto alcune aziende della regione, comprende un’acciaieria fornita da Danieli completa da un forno Eaf da 25 tonnellate, un forno Lf da 50 ed il relativo forno di affinazione sotto vuoto (Vod). La produzione a regime prevede 15.000 tonnellate di prodotti fusi 20.000 tonnellate di lingotti. La fonderia impiegherà all’incirca 300 persone.

L’ingegner Antonio Valduga, che ha seguito direttamente il progetto in Russia, spiega: «Due anni fa abbiamo deciso di iniziare questo importante progetto per cercare di entrare in maniera importante nell’enorme mercato russo legato al settore oil&gas; insieme con i nostri partner abbiamo valutato che l’obiettivo avrebbe potuto essere raggiunto solo producendo in Russia i prodotti destinati al mercato russo, avendo così anche la possibilità di agganciare anche prodotti più sofisticati, come valvole per il settore nucleare o acciai ad alta integrità e ad alta resistenza alla corrosione, da produrre negli stabilimenti di Cividale e Maniago».

«Il progetto – sostiene la presidente del Gruppo Cividale Chiara Valduga – è supportato da una partecipazione nel capitale della Finest, che ha accompagnato la nostra azienda dalla fase progettuale dell’operazione alla conclusione della stessa. L’operazione peraltro si inserisce in una serie di accordi e contatti avviati negli anni scorsi e tuttora coltivati tra la Regione Friuli Venezia Giulia, Confindustria Udine e le Istituzioni di Chelyabinsk».

«L’investimento - continua la Valduga - è stato effettuato nell’ottica di accrescere la dimensione ed il livello di internazionalizzazione del Gruppo Cividale; la presenza diretta in Russia ci consentirà di sfruttare al meglio le opportunità di un mercato che riteniamo estremamente interessante per il settore oil&gas, al quale saranno destinati i prodotti della fonderia. Ci sono aree del mondo che crescono molto velocemente e che, conseguentemente, offrono importanti possibilità di sviluppo: riuscire a cogliere queste opportunità è fondamentale e consentirà, come peraltro si è chiaramente visto negli ultimi due anni, importanti e positive ricadute commerciali anche sulle altre aziende del Gruppo e sui nostri fornitori».

All’inaugurazione anche il presidente del consiglio regionale, Franco Iacop, quello di Confindustria Udine, Matteo Tonon e di Finest, Renato Puiatti. «L’impianto in Russia – ha detto Iacop – costituisce un riuscito esempio del processo di internazionalizzazione del sistema delle imprese regionali. Non solo. Queste forme di collaborazione hanno consentito alla nostra tecnologia di alto livello e alla nostra capacità di impresa e di lavoro di acquisire presenza e posizioni di prestigio in un mercato strategico e fondamentale quale quello russo». Per Matteo Tonon «è la conferma che il manifatturiero friulano non solo c’è ancora, ma è presente e proattivo sui mercati che contano a livello internazionale». «È un momento d’orgoglio anche per Finest – ha concluso Pujatti –, che ha seguito il progetto dalle sue fasi iniziali, riconoscendone da subito l’alto valore, in termini di potenziale internazionalizzazione e ricaduta per il territorio, e diventandone partner finanziario».

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