Ground Zero al Verdi Danza fluida, colorata su un’atroce sofferenza

LICEO GRIGOLETTI PORDENONE. Una danza fluida, colorata, dipinta. Un balletto classico innovativo che fonde il movimento con la pittura seguendo una tematica che purtroppo al giorno d’oggi ci accomuna tutti: la sofferenza. “Ground Zero – Nuovo Giardino” è infatti il titolo dato allo spettacolo realizzato dalla Compagnia Balletto Classico di Reggio Emilia che mercoledì 20 maggio ha solcato il palco del teatro Verdi. L’idea è nata da una riflessione sulla distruzione, sulla lotta e in modo particolare sui terribili attentati del settembre 2001 che hanno profondamente segnato Marinel Stefanescu, coreografo e ideatore dell’intera messa in scena. Ben studiata è anche la scelta musicale caratterizzata dall'unione dei brani sinfonici di P. I. Cajkovskij con quelli originali di Adrian Barber, dando vita a note sulle quali viene narrata una storia attraverso l’incanto della comunicazione visiva. Aperto il sipario inizia così un susseguirsi di immagini e dipinti astratti proiettati su un grande schermo sospeso sopra il palco mentre i ballerini si alternano in scena danzando armoniosi e con passione. Immersa nell'incontro a tratti violento e a tratti armonioso di colori, musica e danza, l’intera sala del teatro viaggia in una dimensione che trascende lo spazio e il tempo per riuscire a cogliere, tra un quadro e l’altro, un messaggio di speranza. La chiave interpretativa viene suggerita dalla Presidente dell’Associazione Balletto Classico Liliana Cosi che nella presentazione iniziale, citando Gandhi, afferma che «una rosa non ha bisogno di predicare, si limita a diffondere il proprio profumo». Allo stesso modo l’arte, e in questo caso la danza, non ha bisogno di troppe spiegazioni, basta lasciarsi travolgere dalla sua bellezza e il messaggio che essa ci vuole comunicare lo troveremo dentro di noi.
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