«Grembiule alle medie? Difficile da accettare»

CERVIGNANO
É ancora acceso il dibattito dopo la proposta di alcuni genitori di rendere obbligatoria l’adozione di una divisa scolastica per le scuole elementari e medie di Cervignano e dintorni. Secondo alcune famiglie il grembiule eliminerebbe le differenze sociali che spesso causano disagi agli studenti provenienti da famiglie meno abbienti.
Sulla questione, dopo il dirigente scolastico delle scuole primarie e dell’infanzia del circolo didattico Bergamas, Vittorio Del Bianco, interviene anche il dirigente scolastico delle scuole medie di Cervignano, Fiumicello ed Aquileia, Laurino Nardin, che il prossimo mese di settembre, come già annunciato nei giorni scorsi, andrà in pensione.
«Effettivamente spesso alcuni studenti vengono a scuola con abiti decisamente impegnativi - dice - É sbagliato prendere in giro chi è meno fortunato e non può permettersi gli accessori all’ultima moda. Per quanto riguarda il grembiule, a mio avviso, non sarebbe facile farlo accettare ai ragazzi delle scuole medie. Vivrebbero la cosa come un’imposizione e questo non è il modo corretto per dialogare con gli studenti».
Per quanto riguarda i genitori Giorgio Zacchigna, presidente del consiglio di circolo della Bergamas commenta. «In via Caiù tutti i bambini utilizzano il grembiule, i maschietti nero e le femminucce bianco. Non lo indossano soltanto quando vanno a fare ginnastica oppure quando fa molto caldo, alla fine dell’anno. Alle elementari la divisa può avere una valenza educativa, quindi è giusto indossarlo. Nelle scuole medie, invece, ritengo non sia corretto risolvere il problema in questo modo. Sarebbe soltanto una soluzione di facciata».
Aggiunge Flavio Trevisan, presidente del consiglio di Istituto della scuola media Randaccio fino al prossimo mese di ottobre (quando dovrà essere sostituito in quanto il figlio è stato promosso dopo aver sostenuto con successo l’esame di terza media). «Anche se ai ragazzi delle medie fosse imposto di indossare obbligatoriamente la divisa il problema secondo me rimarrebbe - afferma - La questione è legata piuttosto all’educazione ricevuta a casa. Chi ha di più non dovrebbe farlo pesare a chi non può permettersi certe cose, è davvero di cattivo gusto. Non possiamo delegare alla scuola quello che dovrebbe fare la famiglia».
Elisa Michellut
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