«Grazie per quello che ci hai donato»: una folla commossa ai funerali di Elisabetta Imelio

Pordenone, centinaia di persone hanno affollato il piazzale e la chiesa di Roraigrande. C'era anche il leader degli Afterhours, Manuel Agnelli

Una folla commossa per l'ultimo saluto ad Elisabetta Imelio

PORDENONE. Più che un funerale, un inno alla vita. Del resto le sue ultime parole, quelle con le quali aveva salutato i familiari poco prima di spirare, erano state all’insegna dell’ottimismo. Semplici ma potenti, rassicuranti, quasi spiazzanti: «Ho fatto il mio percorso e sono serena. State tranquilli, siamo in una botte di ferro. Vi voglio bene».

Le ha riportate ai suoi amici, alle centinaia di persone che hanno affollato il piazzale e la chiesa di Roraigrande, padre Lorenzo Trevisanello, già compagno di scuola di Elisabetta Imelio al liceo Grigoletti, che più volte le ha dato conforto nel lungo percorso della malattia, e che mercoledì 4 ha celebrato le esequie affiancato dal parroco don Flavio Martin e dal predecessore di quest’ultimo, don Giorgio Bortolotto, ancora molto legato alla parrocchia pordenonese che ha guidato per vent’anni.

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Ecco che cosa ci lascia Elisabetta, oltre al suo patrimonio musicale, a successi intramontabili come “Acido acida”, fatto risuonare la sera precedente allo stadio Friuli prima della partita del Pordenone calcio, per ricordare la concittadina.

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Il suo testamento è un pieno di fiducia, di amore e di amicizia, come hanno ricordato anche le sue amiche più strette, le rappresentanti delle “Donne in rosa” di cui Betta faceva parte, colleghi e colleghe della Gymnasium, dove lei insegnava nuoto: «Grazie per quello che ci hai donato, anima colorata, ha illuminato con la tua luce i nostri momenti bui».

Una cerimonia inusuale, quella dell’estremo saluto alla musicista pordenonese scomparsa all’età di 44 anni nella notte di sabato scorso, 29 febbraio. Una funzione che di funebre ha avuto tutto sommato poco rispetto a quelle consuete. E infatti alla fine Federica, l’inseparabile sorella di Elisabetta, che le è stata accanto sino all’ultimo, era quasi sorridente.

Esaurite le lacrime, ha accolto con gioia e ringraziato a uno a uno tutti i numerosissismi presenti. Tra questi, ad affiancare la famiglia, il leader degli Afterhours Manuel Agnelli – che con Elisabetta e le sue band aveva avuto diversi rapporti di collaborazione –, il cofondatore dei Prozac+ e dei Sick Tamburo Gian Maria Accusani, la voce del gruppo Eva Poles, e poi il fumettista, cantante e chitarrista Davide Toffolo, ma anche il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani e il consigliere comunale, roraiese doc, Marco Salvador.

«Sono felice – ha detto padre Trevisanello nella sua omelia – dell’onestà e della purezza che Elisabetta ha saputo trasmettere e che erediterà il suo bambino. “La vita è così bella che non può finire”, mi diceva. E aveva ragione, ve lo posso assicurare. Il momento della morte è soltanto un passaggio a un’altra vita, senza dolore e lacrime. Lei è riuscita a trasformare la sua morte in vita.

A Federica ha detto: “Non preoccuparti, perché quando passerò di là ti darò tanti segnali della mia presenza. Sono felice, mi sento circondata dall’amore di chi mi sta vicino. E ho bisogno di donarla agli altri questa felicità”. Non dimenticherò mai la sua dignità, la sua bellezza, la sua richezza e il coraggio con cui ha affrontato questo percorso. Grazie per averci insegnato come si vive e anche come si muore».

Nel cielo reso azzurro dal sole, che i nuovoloni carichi di pioggia hanno soltanto lambito senza riuscire a oscurare, risuonavano le parole dell’amico frate. E le centinaia di persone sul piazzale (troppo piccola la chiesa di San Lorenzo per ospitarle tutte, all’esterno erano stati posizionati appositamente dei potenti altoparlanti) ascoltavano in silenzio, annuendo, perché chi aveva conosciuto Elisabetta, in fondo, quei concetti d’amore li aveva già incontrati in lei.

Al termine della messa, le fanfare della città di Pordenone, di San Donà di Piave e dell11º Reggimento bersaglieri in armi hanno suonato il brano per lei composto dal nonno paterno Luigi per celebrare la nascita della nipotina. Quindi, tanti palloncini colorati hanno raggiunto il cielo. Liberi e variopinti come lei. —


 

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