Gradisca, sul Csm decisivo il parere dei cittadini

GRADISCA. Un incontro pubblico per decidere il destino della struttura residenziale per persone che soffrono di disturbi mentali, in via della Campagnola, a due passi dalla casa di riposo San Salvatore, già sede in passato di un ambulatorio medico e di recente degli uffici parrocchiali in occasione dell’imponente ristrutturazione della casa canonica di via Bergamas. Gli ospiti della struttura sarebbero tutti autosufficienti e sostanzialmente indipendenti, sebbene seguiti 24 ore su 24 da personale altamente specializzato con diverse attività. L’appuntamento per l’incontro è stato fissato per mercoledì prossimo, 24 ottobre, a partire dalle 18.30, nella sala consiliare di palazzo Torriani, ed è stato caldeggiato dal direttore generale dell’Azienda sanitaria Isontina, Marco Bertoli, che intende presentare alla cittadinanza gradiscana il progetto sulla struttura di tipo riabilitativo psicosociale.
Bertoli ha incontrato, nei giorni scorsi, il primo cittadino Franco Tommasini per discutere della questione dopo la netta presa di posizione di partiti e liste civiche: un “no” bipartisan, come abbiamo riferito su queste colonne, anche se alcuni partiti del centrosinistra hanno dimostrato una maggiore apertura, ipotizzando (come avrebbe fatto la stessa Azienda sanitaria) un insediamento temporaneo di prova.
«E’ stato lo stesso Bertoli a chiedermi di incontrare i rappresentanti politici e la cittadinanza – spiega il sindaco gradiscano – allo scopo di valutare le opinioni di tutti. L’Ass sa bene che, trattandosi di un edificio privato, il parere del consiglio comunale, così come quello dei cittadini, non è vincolante, ma sa anche che una cosa è aprire una struttura di questo tipo giovandosi di un parere favorevole, un’altra - si affretta a sottolineare il primo cittadino - è farlo sfidando l’opinione pubblica».
L’amministrazione comunale, dal canto suo, sembra intenzionata a tenere in debita considerazione l’opinione che verrà espressa dalla cittadinanza, per poi deliberare in materia in occasione della prossima seduta consiliare. Tommasini riapre il libro dei ricordi e torna all’autunno del 2000, quando la caserma Ugo Polonio fu individuata dal governo come sede di quello che poi è diventato l’attuale Cie-Cara.
«Non vogliamo commettere l’errore di allora – chiosa il primo cittadino – quando in consiglio fu espresso un parere senza prima sentire cosa ne pensava la cittadinanza». La posizione dei gruppi politici farebbe presagire a un netto diniego, ma la cosa non va data per scontata, visto che la cittadinanza non sembra contraria a priori alla struttura. Ecco perché l’incontro pubblico di mercoledì potrebbe riservare delle sorprese.
Giuseppe Pisano
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto