Governo Draghi, tanti professori e qualche riconferma. Tutti i nomi degli aspiranti ministri, spazio anche per il Friuli Venezia Giulia

ROMA. Governo politico. Se Mario Draghi non avesse capito: politico. Lo ha ripetuto quattro o cinque volte Giuseppe Conte. È la linea del Movimento 5 stelle, dettata da Beppe Grillo.
Un’impostazione condivisa dal Partito democratico, che guarda al modello del governo Ciampi: alcuni tecnici di alto profilo affiancati da nomi di primo piano proposti dai partiti. Uno a testa, magari due per quelli più grandi. Stop. Una squadra mista, quindi, come hanno chiesto ieri anche i centristi-europeisti-Maie durante le consultazioni. «La saggezza di Draghi lo porterà a considerare un mix intelligente», è la previsione di Bruno Tabacci, che qualcuno accredita come possibile ministro per i Rapporti con il Parlamento. Nello schema che ha in testa l’ex presidente della Banca centrale europea, non sono escluse conferme rispetto al governo uscente, ma ridotte al minimo.
Poche conferme
Due o tre caselle potrebbero restare invariate. Una è quella della Salute, dove Roberto Speranza è da un anno in prima linea contro il Covid ed arrivare in corsa, in piena campagna di vaccinazione, non sarebbe semplice per nessuno. Nemmeno per la virologa, e ormai star televisiva, Ilaria Capua, il cui nome circola come alternativa tecnica. Sempre per il lavoro svolto finora, nel delicato confronto con le Regioni, ha possibilità di conferma Francesco Boccia, in quota Pd. Se la gioca con Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, e Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali. E con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha in mano la fondamentale partita del Recovery Plan. C’è l’ipotesi di mettere al suo fianco, come ministro per gli Affari europei o con un incarico ad hoc per gestire i miliardi in arrivo da Bruxelles, Carlo Cottarelli, che è uno dei tecnici più stimati al Quirinale. Come l’ex presidente dell’Istat Enrico Giovannini, al quale potrebbe essere affidato il ministero dell’Ambiente.
Tecnici e politici
Poi resta forte la candidatura dell’ex presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, per la Giustizia, dove sicuramente non resterà Alfonso Bonafede.
Tra i 5S, i nomi dei ministri sono quasi scontati: Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli. Non per forza confermati nei rispettivi dicasteri, anche se c’è la possibilità che Di Maio resti alla Farnesina. Nessuna speranza, invece, per la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Al suo posto, una figura tecnica: si parla di Patrizio Bianchi, coordinatore della task force di esperti incaricati di pianificare il rientro a scuola. Altri candidati tecnici, l’economista Lucrezia Reichlin e l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri. Sviluppo economico e Lavoro le possibili destinazioni, anche perché sono ministeri che Draghi vuole affidare a figure tecniche. Mentre dovrebbe portare con sé, a palazzo Chigi, il suo collaboratore più fidato: Eugenio Sgriccia, assistente personale dalla banca d’Italia alla Bce, possibile capo di gabinetto.
Quanto agli altri politici da arruolare, uno sarà di marca renziana, con Ettore Rosato e Teresa Bellanova in pole position, un paio in quota Forza Italia: Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Antonio Tajani i volti più plausibili.
C’è chi butta lì anche una figura tecnica proposta da Silvio Berlusconi, l’amico banchiere Massimo Doris, figlio di Ennio e amministratore delegato di Banca Mediolanum. Suggestioni, forse, ma che rendono l’idea della complessità del puzzle sul tavolo di Draghi. Che diventerebbe ancora più complicato se anche Salvini decidesse di essere della partita: con la Lega in maggioranza, potrebbe avere un ruolo di governo Giancarlo Giorgetti, che però ieri ha avvertito: «Se sarà una fotocopia del governo precedente noi non ci staremo». Tradotto, piano con le conferme. Ad esempio, salterebbe quella di Luciana Lamorgese al Viminale, considerata invece probabile.
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