Gorizia, uomo di 48 anni muore in un negozio del corso per un malore improvviso

È accaduto in una profumeria: vani gli sforzi degli uomini del 118. Massimo Marcuzzi lavorava alla torrefazioni Mattioni

GORIZIA. Stroncato da un infarto mentre è in profumeria. È il tragico destino di Massimo Marcuzzi, 48enne di Gradisca, dipendente dell’attività di torrefazione Mattioni. A nulla sono valsi gli sforzi e l’impegno degli operatori del 118 che hanno cercato in tutti i modi di strapparlo alla morte. Questo, in estrema sintesi, quanto accaduto in corso Italia.

Marcuzzi entra nella profumeria "Candy beauty bar" di corso Italia appunto, negozio che si trova al piano terra del palazzo che ospita la redazione de Il Piccolo. Saluta la titolare, che è una sua conoscente, scambia quattro parole, e se ne va: doveva raggiungere una banca vicina per effettuare delle commissioni. Tutto normale, tutto come già accaduto mille altre volte.

Ma neppure il tempo di uscire che l’uomo torna sui propri passi, accusando un forte malore. Chiede alla titolare della profumeria di sedersi. È molto pallido e riesce a malapena a sorreggersi in piedi. Un altro commerciante lo assiste e inizia ad effettuare il massaggio cardiaco.

Quasi contemporaneamente arrivano i soccorsi: un’ambulanza e l’automedica. I sanitari del 118, compresa immediatamente la gravità della situazione, iniziano a soccorrerlo. Per parecchi minuti si prodigano con il massaggio cardiaco per cercare di strapparlo alla morte.

Sono attimi concitati ed eterni, mentre all’esterno della profumeria si forma un piccolo capannello di curiosi. Qualcuno cerca di catturare qualche particolare “spiando” all’interno della profumeria, ma tutto si svolge in una piccola stanza retrostante al negozio.

Giovedì mattina, poi, la città era più vivace del solito: Gusti di frontiera stava aprendo lentamente le sue porte e in molti, nonostante la giornata piovosa, avevano approfittato per un primo giro fra standisti, fornelli, proposte enogastronomiche.

Comprensibilmente sotto choc la titolare della profumeria che, sino a qualche minuto prima, aveva parlato con l’uomo, il quale – da quanto si è potuto apprendere – non era cardiopatico. Arriva anche la Polizia con due pattuglie: raccolgono testimonianze e costruiscono un rapporto di quanto è accaduto.

Immediatamente su Facebook, sulla pagina di “Sei di Gorizia se”, scatta il solito tam-tam. Qualcuno, accortosi che c’era un inconsueto viavai di 118 e Polizia in corso Italia, comincia a favoleggiare, parlando di una rapina.

Qualcun altro corregge il tiro: non è una rapina ma un decesso. I toni, purtroppo, e come spesso accade in questi casi sui social, non sono molto civili. Fortunatamente il dibattito si incanala presto nella giusta direzione, quando è compresa la gravità dell’episodio.

Massimo Marcuzzi, sposato, risiedeva a Gradisca d’Isonzo. Oltre alla moglie, lascia due figli.

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