Gorizia, tabaccai in ginocchio per la concorrenza slovena

I prezzi delle sigarette oltreconfine sono inferiori fino al 40 per cento. Lunedì sciopero di tre ore

GORIZIA. Il 2014 si prospetta come “annus horribilis” per i tabaccai goriziani: dopo un 2013 già da record negativo, i primi due mesi del nuovo anno stanno mostrando un’ulteriore intensificazione del trend al ribasso degli introiti a causa della concorrenza transfrontaliera e del calo generale dei consumi che tocca varie categorie merceologiche.

Non a caso, nell’arco degli ultimi mesi, nel capoluogo isontino e nel resto della provincia non sono mancati i tabaccai che esasperati dalla situazione si sono rassegnati ad alzare bandiera bianca, chiudendo l’attività. Siamo sempre più vicini, insomma, al punto di non ritorno e allora l’intera categoria ha deciso di dire basta.

La prossima settimana la Federazione italiana tabaccai (Fit) fa scattare uno sciopero a oltranza ogni lunedì con l’astensione delle vendita dei tabacchi dalle 9 alle 12 e quello isontino sarà uno dei territori “epicento” della protesta visto che proprio la provincia di Gorizia è la più pesantemente colpita dalla crisi a causa dalle sua particolare posizione geografica.

Una condizione paradossale, quella dei tabaccai isontini, non certo migliore rispetto a quella dei benzinai e se le dinamiche sono molti simili. L’esodo transfrontaliero dei consumatori italiani che si recano a fare scorta oltre confine dove le sigarette arrivano a costare fino al 40% in meno si è fatto ancora più intenso, complice la crisi economica che induce chi fa uso di tabacchi a guardare con attenzione ancora maggiore al risparmio.

Un trend che determina un doppio danno, ovvero guadagni minimi per i tabaccai locali, mancato introito per lo Stato che non incassa le accise e a ciò si aggiunge un’altra considerazione, tanto cruda quanto incontestabile: i costi per le eventuali malattie da fumo contratte da chi acquista le sigarette in Slovenia graveranno sul sistema sanitario italiano.

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