Gorizia, 10 anni fa cadeva l’ultimo muro d’Europa - Foto - Video

GORIZIA. Sono passati dieci anni da quando cadde l'ultimo muro in Europa, quello che separava Gorizia da Nova Gorica (Jugoslavia prima e Slovenia poi).
In realtà, quello che le chiavi inglesi dei sindaci di allora delle due città, rispettivamente Vittorio Brancati e Mirko Brulc, smontarono era una rete, anche se il valore simbolico (e non solo) è sempre stato quello di un muro invalicabile.
Una rete che guerra prima e trattati di pace dopo avevano innalzato nella piazza della Transalpina dove è rimasta per oltre cinquant'anni.
Su quella rete passava la linea della «cortina di ferro»: Est e Cccp di là, Ovest e Nato di qua. La rete sopravvisse perfino al più simbolico dei muri, Berlino, caduto nel 1989, per essere smantellata, appunto, solo nel 2004, due mesi e mezzo prima dell'ingresso della Slovenia nell'Ue, tre mesi prima della adesione di questa al trattato di Schengen.
Per l’anniversario a incontrarsi nella piazza saranno i successori di Brancati e Brulc, i sindaci Ettore Romoli e Matej Arcon, che ricorderanno come il 12 febbraio 2004, alle 10.36, fu rimosso il primo quadrato del reticolato che dal 1947 divideva la piazza della stazione ferroviaria a nord di Gorizia.
Piazza diventata negli anni uno dei simboli della Nuova Europa. «Finora non si può dire che l'ingresso della Slovenia abbia comportato benefici all'economia goriziana - sottolinea Romoli -. Anzi, è vero il contrario: il passaggio, indubbiamente epocale, non era stato preparato a dovere dalle istituzioni, con il risultato che è completamente andata perdendosi l'economia di frontiera, non ottenendo per contro benefici diretti dall'apertura a est dell'Europa».
Il Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect), riconosciuto dall'Ue e formato dai comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter-Vrtoiba «dovrà attuare la politica economica comune capace di diventare motore di sviluppo per l'area», dice Romoli.
Per Matej Arcon «dieci anni fa Nova Gorica e Gorizia hanno superato l'Europa, tracciando i primi passi verso una nuova era in cui il confine fisico non sarebbe più esistito. Oggi stiamo lavorando all'unione delle due città, con le nostre azioni cerchiamo di migliorare la vita degli abitanti delle due comunità».
Romoli e Arcon smantelleranno domani una parte della rete che ancora sorge a ridosso dell'ex valico confinario di Sant'Andrea.
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