Gong, si parte con una valanga di film dall'Oriente
Stasera, alle 20, l'inaugurazione del festival al Teatro Nuovo. E subito un action in prima europea. Cina protagonista

UDINE. Le corna per il 13° Far East Film sono un tocco tipicamente italiano, of course. Nel caso, scaramantico quanto inutile. Il numero tredici in Oriente non crea affatto preoccupazione, semmai gioia. Il tre si dice san ed equivale alla pronuncia di vivi, sopravvivi, quindi il saggio cinese, giapponese o coreano che sia, non lo affianca alla sfiga, tutt'altro. Da loro è il 4 a far dannare: sa di morte. Quattro, 14, 24... No panic, allora. Il prossimo anno ci penseremo.
Notizie già note: ottantasette film. Record. Da stasera (alle 20 l'inaugurazione) al 7 maggio. Una valanga in nove giorni. Udine, nel senso di agglomerato urbano, ha voluto esserci come non mai. Se i festival precedenti si sono concentrati al Teatro Nuovo con lampi mattutini al Visionario, stavolta il coinvolgomento sarà totale. A chi ancora dubita della celluloide con fragranze orientali, basta poco per fargli stravolgere il pensiero fisso.
L'action lo gira meglio Hong Kong di Hollywood. La commedia asiatica - e quest'anno con una calorica retrospettiva il cibo sarà ricco - è dotata di sensibilità impensabile in Occidente, gli storici - be' - danno il massimo, gli horror (soprattutto tailandesi) ti obbligano all'abbraccio/conforto del vicino di posto, i pink giapponesi, altra succosa collezione, sono gli antenati degli erotici europei. Almeno una volta l'anno, anche per chi il cinematografo è un soprammobile da spolverare ogni tanto, assistere a una storia è un'occasione per sbirciare cultura, costumi, sceneggiature di terre lontane. Farsi rintronare dal fracassone americano, oltre al divertissement del momento, procura spesso mal d'orecchie e basta.
L'incipit festivaliero sa di West. Un'anteprima europea. Welcome to Shama Town è di un certo Li Weiran, un quasi esordio dietro la macchina. La Cina è ben diversa da quella di Google Map o di qualunque viaggio virtuale. Il ragazzo gira in un polveroso villaggio dove un Clint Eastwood vecchia maniera potrebbe scendere da cavallo. Nessuna sparatoria, invece, bensì un bel gruzzolo d'oro sepolto da qualche parte. Almeno così canta la leggenda. Facile intuire che di azione si tratta.
I film cinesi dei Cannes andati trottavano a diesel con inquadrature talmente insistite da far credere a un non voluto fermo immagine generato in cabina di proiezione. Poi notavi dei leggeri movimenti e capivi che il momento di levare le tende era imminente. Della loro produzione monstre ci arrivavano le migliori briciole, più adatte al cinefilo che al curioso.
Adesso distingui un orientale da un occidentale solo per gli occhi mandorlati dei protagonisti. Ricordate Old Boy e Lady Vendetta? Se non altro per i brividi collezionati. Il regista coreano Park Chan-Kyong ci ha fatto recapitare trentatrè inediti minuti di Night Fishing. De paura. Anche questo accadrà stasera nella Opening Night. Come il cappa e spada della tradizione. Un classico (alla spagnola, ma il corrispettivo mandarino proprio non ci viene), ovvero The Lost Bladesmann.
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