Gli studenti ridisegnano la caserma Trieste di Casarsa

CASARSA DELLA DELIZIA. Come recuperare l’area della caserma Trieste a Casarsa (chiusa nel 2007) con un progetto sostenibile, soprattutto in grado di sviluppare un’iniziativa di agricoltura biologica per ottenere vini di qualità? La risposta la forniranno cinquanta studenti provenienti da diverse università nazionali e non che, dal 31 agosto al 12 settembre, saranno i protagonisti del workshop internazionale “Ripartendo da Bacco e Dioniso, con l’aiuto di Oyamatsumi”. Titolo complesso per l’iniziativa presentata ieri e promossa dal Politecnico di Milano in collaborazione con il Comune di Casarsa e il sostegno di diverse realtà economiche (Ersa e Lions Club di Sesto al Reghena). Coinvolte le università di Venezia, Udine e di Lille in Francia la Daido university di Nagoya in Giappone, nonchè il dipartimento di architettura greco della Tessaglia.
Afferma l’assessore alla Cultura, Francesco Colussi: «Dobbiamo ripensare gli spazi della caserma in una logica di dismissione. Un utilizzo che vorremmo legato alla produzione di vini». A promuovere l’iniziativa Luca Maria Francesco Fabris, docente di progettazione ambientale al Politecnico milanese, di origini casarsesi. Da anni opera nel settore del recupero delle aree dismesse. La caserma Trieste, gli sembrava un’ottima opportunità con i suoi 26 ettari, che ne hanno fatto per un periodo la seconda caserma d’Italia dopo la Cecchignola di Roma. Niente speculazione «ma un progetto di recupero sostenibile, ecologico e bilanciato». «I ragazzi saranno suddivisi in gruppi – sottolinea – Le sessioni di lavoro, in inglese, sono aperte a chi fosse interessato».
Nel periodo del soggiorno casarsese i ragazzi assisteranno alla vendemmia, visiteranno cantine e degusteranno i vini. Per quanto riguarda la caserma le visite per conoscere la realtà sono limitate, ma saranno messi nelle condizioni di avere tutti i dati necessari.
Gli elaborati saranno presentati alla cittadinanza il 12 settembre e, due giorni, dopo al padiglione Italia dell’Expo milanese, nel padiglione Vino, in collaborazione con l'Ersa. «Siamo curiosi di vedere questi studenti all’opera – ha commentato il sindaco Lavinia Clarotto – È un’iniziativa che porta idee nuove a Casarsa». Una curiosità. “Oyamatsumi” è un vocabolo giapponese di origine religiosa (shintoista): indica un grande “kami” con giurisdizione sulle montagne. “Kami” è sinonimo di entità superiori.
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