Gli ostacoli vanificano gli sforzi per ultimare i lavori alla Frinta

Francesco Fain
«Eravamo contenti perché i lavori stavano correndo veloci e avremmo potuto mantenere la promessa fatta ad inizio scolastico, facendo rientrare i ragazzi nella loro scuola dopo le vacanze di Pasqua ma l’arrivo del coronavirus ha mandato all’aria ogni previsione. In tutti i sensi. La nostra grande corsa, purtroppo, non è servita proprio a nulla. Chi l’avrebbe mai pensato, soltanto un paio di mesi fa, di trovarsi di fronte a un’emergenza sanitaria di queste proporzioni?».
È quasi un sorriso amaro quello del sindaco Rodolfo Ziberna perché la vicenda della scuola elementare “Frinta” di via Codelli ha davvero qualcosa di tristemente ironico. E dire che l’amministrazione comunale, gli uffici, la ditta aggiudicataria avevano fatto di tutto e anche di più per riuscire a soddisfare la comprensibile richiesta degli alunni e delle famiglie di tornare a “casa”, nella propria sede, lasciando l’esilio di Straccis.
«L’intervento di sostituzione di alcuni pavimenti, che avrebbe risolto anche il problema dell’amianto rinvenuto, realizzato dalla Ici coop, stava davvero procedendo bene e si era arrivati ormai al rush finale. Stavamo già lavorando per far rientrare gli studenti, ma l’arrivo del Covid-19 ha mandato tutto all’aria».
E al di là della lunghezza dell’iter burocratico che è sempre imprevedibile, si erano verificate anche problematiche riguardanti l’approvvigionamento dei materiali necessari all’intervento. Prima c’è stato il problema del camion con i materiali per la pavimentazione bloccato al Brennero perché nessuno voleva entrare in Italia per il timore di un contagio. «Poi, risolto questo problema apparentemente insormontabile grazie al super-impegno dell’impresa, che ringrazio, sono arrivati i nuovi decreti - annota ancora il primo cittadino - che hanno bloccato numerose attività dove le misure anti-contagio non possono essere garantite. E, siccome in questo caso, i posatori avrebbero dovuto lavorare vicini uno all’altro senza poter rispettare le norme di distanziamento sociale l’intervento si è bloccato».
Una vera doccia scozzese, determinata però da motivazioni di carattere sanitario, quindi indiscutibili. «Ma è ancora più ironico il fatto - aggiunge il sindaco Ziberna - che, anche se fossimo riusciti a completare il lavoro, l’impegno profuso da tutti non sarebbe servito a nulla visto che, molto probabilmente, i nostri ragazzi non rientreranno a scuola in tempi brevi, a quanto pare».
Aggiunge il sindaco: «Speriamo almeno che prima di allora i lavori possano essere ripresi e ultimati. Va anche detto - conclude Ziberna - che non tutti i cantieri si sono bloccati: ad esempio l’asfaltatura di corso Italia è stata effettuata perché gli operatori hanno potuto lavorare distanziati. E così è stato anche per i cantieri di rifacimento delle due piazze: corte Sant’Ilario e piazza San Rocco dove la ditta è all’opera con tutte le protezioni personali previste dalle normative». Ci sono interventi, insomma, che stanno andando avanti ugualmente perché si riescono a garantire le disposizioni (stringenti) sul distanziamento sociale.
Un breve ma necessario passo indietro relativamente al cantiere della scuola elementare Frinta. Come si ricorderà, residui di colla cementizia con presenza di amianto furono riscontrati nel corso delle indagini preventive alla riapertura dell’edificio di via Codelli. «Si ipotizza – furono le parole dei tecnici comunali – che durante i lavori di ripavimentazione realizzati vent’anni fa, non tutto lo strato di colla esistente sia stato eliminato assieme al vecchio pavimento. Va rilevato che quello strato di colla, proprio durante i lavori di due decenni fa, era stato ricoperto con il nuovo mastice sul quale era stata incollata la nuova pavimentazione».
Per precauzione, e per poter bonificare il plesso scolastico, all’inizio del nuovo anno scolastico circa 110 alunni erano stati trasferiti alla “Pecorini”, nel quartiere di Straccis, e hanno usufruito (prima dello stop all’attività scolastica imposto dalla diffusione del coronavirus) di un servizio di trasporto scolastico ad hoc, proprio come successe nel caso della Perco di Lucinico emigrata, per cause di forza maggiore, negli spazi del Polo liceale di via Diaz. Fortunatamente, non era stata riscontrata la presenza di amianto nell’aria. —
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