Gli albergatori: zona franca rimedio contro la “fuga”
TARVISIO. L'Austria sta calamitando gli imprenditori friulani oberati da una burocrazia asfissiante che trovano sollievo e interessanti opportunità, specie in Carinzia, ma sono ormai anche in numero sensibile le famiglie del tarvisiano che scelgono di vivere oltre il confine di Coccau. «Appunto, occorre fare presto a trovare i rimedi per evitare quella che è una emorragia da non sottovalutare – afferma l'albergatore Virgilio Clama del ristorante la Baita dei Sapori di Malborghetto – Valbruna -, anche per che il settore turistico sta perdendo personale specializzato che trova impiego altrove, anche in Trentino ed Alto Adige. Io stesso sto valutando l'opportunità di trasferirmi in quelle regioni alpine dove il livello del movimento turistico è garante di lavoro. Indubbiamente, nel Tarvisiano c'è assoluto bisogno di provvedimenti straordinari in soccorso dell'imprenditoria altrimenti lo spopolamento continuerà».
«Auspico veramente che qualcosa accada. Sappiamo benissimo che le zone franche non sono attuabili com'erano concepite a suo tempo, ma noi abbiamo bisogno – rimarca l'albergatore tarvisiano Vito Anselmi (Il Cervo), già sindaco del capoluogo della Valcanale -, di una legge mirata ad agevolare l'imprenditoria locale per restituire al Tarvisiano almeno un po' di quel molto che gli è stato tolto dalle trasformazioni conseguenti all'avanzare dell'Europa Unita. Una cosa è certa, bisogna mettere disposizione di chi vuole investire per migliorare i servizi del settore turistico, le opportune risorse derivanti da agevolazioni».
Per l'albergatore di Camporosso Stefano Rosenwirth (Bellavista), la zona franca sarebbe il colpo del secolo. «Sono anni che se ne parla, ma anche se otterremo solamente delle agevolazioni mirate è questo l'unico modo per fronteggiare la concorrenza austriaca e slovena. Non ci sono alternative se vogliamo difendere i posti di lavoro». E un altro ex sindaco, Erberto Rosenwirth, conclude dicendo: «Mentre chiudevano dogane, caserme e case di spedizioni non è stato fatto nulla per attutire l'impatto. Invece in Austria sono state create delle zone artigianali e industriali agevolate, ad esempio ad Arnoldstein ed ora è tempo che si facciano cose concrete anche da noi». (g.m.)
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