Giovedì l’ultimo saluto ad Alessandro Paludetto

Porcia, il giovane scomparso domenica lascia un grande vuoto nel mondo del calcio. Le iniziative della sua società

PORCIA. Il mondo del calcio è sotto shock per la morte di Alessandro Paludetto, il trasportatore con il pallone nel cuore, che nella notte tra sabato e domenica ha perso la vita in un tragico incidente stradale mentre rincasava da una serata con gli amici.

A luglio aveva compiuto 33 anni e da un paio di mesi era andato a convivere in via Meschio a Porcia con Laura Biscontin, sua compagna da diversi anni.

Ieri la famiglia ha fissato la data dei funerali, che si celebreranno in San Giorgio a Porcia giovedì alle 10,30. Il rosario verrà recitato nella stessa chiesa, domani alle 20.

Sono tante le dimostrazioni di affetto che gli amici stanno rivolgendo in queste ore alla mamma, Oriana Truccolo, e al fratello maggiore, Lorenzo, titolare dell’osteria Al Feudo di Porcia. Tante le iniziative già nate per ricordare la sua voglia di vivere, il suo sorriso e la sua disponibilità con tutti.

«Il Palù (così si faceva chiamare, ndr) – racconta di lui Francesco Ribetti, consigliere comunale a Pordenone e suo compagno di squadra – era uno che non si arrabbiava mai: ottimo giocatore, era un signore all’interno del gruppo. La società amatori San Lorenzo ha deciso di ricordarlo regalando la sua maglia, la numero 11, alla famiglia firmata da noi giocatori, e facendolo scende comunque in campo con noi al prossimo campionato. Ricameremo – spiega – sulle maglie il suo numero e il suo nome e in futuro gli dedicheremo un appuntamento annuale».

Tifoso anche del Pordenone calcio, Paludetto era conosciuto anche tra gli ultrà neroverdi, che potrebbero dedicargli uno striscione. Gli amici di Porcia inoltre inviatno chi lo conosceva a lasciargli un messaggio al Bar da Cili di via Colombera. «Avevi per tutti un grandissimo rispetto e considerazione – scrive su Facebook un amico – Avevi un sorriso per tutti e a noi ce ne servivano ancora».

«Non ho mai sentito una risata più fenomenale e coinvolgente di quella del Palù»”, aggiunge un altro.

«Grazie al calcio e al suo carattere sempre sorridente e disponibile – lo ricorda il fratello – aveva tanti amici che ora ci stanno vicini. Era così felice della sua nuova vita con Laura e si stava montando i mobili da solo: in quella casa in cui lui non c’è più, ci sono ancora tutti gli attrezzi che io gli avevo prestato».

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