Giorgia: vivere è il vero “sballo” per questo mi racconto a scuola

A Tolmezzo la 30enne milanese che a 17 anni ha rischiato di morire con l'ecstasy I rischi di droga e alcool affrontati in assemblea d'istituto con dj e gestori di disco

Giorgia Benusiglio, trentenne milanese che all’età di diciassette anni, assumendo mezza pastiglia di ecstasy ha rischiato di morire il 9 gennaio scorso, ha portato la sua testimonianza al teatro Candoni di Tolmezzo in occasione dell’assemblea d’istituto dell’istituto “Paschini-Linussio” , organizzata dai rappresentanti degli studenti in collaborazione con l’assessorato alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Tolmezzo. Argomento dell’incontro: la prevenzione giovanile contro le sostanze stupefacenti.

Dopo i saluti del sindaco e della presidente della Consulta giovani, la giornalista Francesca Spangaro ha introdotto gli ospiti dell’evento. Il vicequestore di Tolmezzo, Alessandro Miconi, ha presentato il tema della droga nelle sue implicazioni giudiziarie, mentre il dottor Pierpaolo Pillinini, responsabile del Pronto soccorso del capoluogo carnico, ha offerto alla riflessione degli studenti i più recenti dati statistici sul consumo di stupefacenti e sulle patologie ad esso connesse. Il dottore ha focalizzato l’attenzione sulla dipendenza da alcol, “catalogato come sostanza tossica” e sempre più diffuso tra gli adolescenti, mostrando con l’ausilio di documentazione scientifica come l’assunzione abituale acceleri la perdita neuronale e porti gradualmente all’atrofia cerebrale.

Successivamente hanno preso la parola il gestore e il dj della discoteca “Il Picchio” di Sutrio, che hanno affrontato il binomio droga –locali notturni portando la propria esperienza.

A concludere la mattinata è stato l’intervento di Giorgia Benusiglio. A 17 anni ha rischiato di morire per un’epatite fulminante dopo aver assunto mezza pastiglia di ecstasy. Trasportata d’urgenza all’ospedale con il fegato in necrosi, solo grazie alla disponibilità dell’organo di una giovane donatrice Giorgia ha subito un trapianto che le ha salvato la vita. La convalescenza è stata lunga e difficile, contrassegnata da ulteriori complicanze ma anche dal dolore di aver dato una delusione ai genitori, dal pensiero di essere viva grazie alla morte di un’altra ragazza, da amici che si sono dileguati.

Giorgia ha deciso di trasformare la sua esperienza in una lezione di vita: si è iscritta all’università e ha approfondito la conoscenza sulle devianze giovanili per diventare una testimonial anti-droga e ha poi iniziato ad incontrare gli studenti nelle scuole per informarli sui rischi legati all’assunzione di sostanze stupefacenti.

L’aspetto che sicuramente colpisce è la grande forza con la quale affronta tutto. La vita l’ha messa molte volte alla prova. Questa esperienza, che lei definisce “la cavolata più grande della sua vita” , l’ha portata a dover cambiare radicalmente la propria quotidianità; ha avuto anche gravi lutti familiari, la perdita del padre e della sorella, situazioni che sicuramente sono dure da affrontare e superare.

Giorgia, con questa testimonianza, ha voluto far presente ai ragazzi che i rischi non sono necessariamente legati alla tossicodipendenza. È bastata una piccola quantità, mezza pastiglia, a rovinare la sua vita per sempre: da ragazza normale è diventata una paziente e lo sarà per il resto della vita. Ha raccontato la sua storia in due libri, da cui è stato tratto un film, La mia seconda volta, che uscirà a marzo nelle sale cinematografiche. Giorgia con la sua storia è arrivata nel cuore di ognuno, spronandoci a credere in noi stessi, a reagire alle situazioni avverse con grinta e positività, come continua a fare lei ogni giorno che la vita le regala: «Ho imparato a mie spese che siamo esseri unici e meravigliosamente imperfetti: possiamo sbagliare, ma non dobbiamo giudicarci troppo. Quello che possiamo fare è cercare di trasformare gli errori in qualcosa di produttivo e pulito. Vivere è il vero sballo».

Classe 4blsu





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