Gino Brieda, 100 anni di cuore e passione per il lavoro, l’azienda e la sua Pordenone

Fu imprenditore nei settori idraulico e agricolo poi costruì alcuni palazzi-simbolo della città 

il personaggio

Ha festeggiato con pochi cari i suoi 100 anni Gino Brieda, nato a Pordenone in quella che era via Storta, dietro lo stadio, nel 1920, primo maschio di 6 fratelli. Lì è vissuto fino al ‘55 quando ha costruito la casa con sotto la fabbrica a Borgomeduna in via Nuova di Corva 15.

Il padre Angelo aveva una impresa edile con la quale ha costruito parecchie case a Pordenone, di cui però rimangono poche tracce, la crisi del 29 portò un disastro economico alla famiglia e Gino dovette iniziare a lavorate a 10 anni per aiutare a mantenere la famiglia con enormi sacrifici. Gino fu subito apprezzato prima come apprendista e poi come operai da tutti i suoi datori di lavoro, ma in lui batteva il cuore di imprenditore e appena possibile si mise in proprio dopo aver studiato alla sera disegno e tecnica.

A nemmeno 20 anni iniziò la sua attività di artigiano realizzando pompe per lo spurgo e altri attrezzi idraulici. Aveva mani laboriose e una volontà di ferro. La guerra lo mandò nella Jugoslavia di allora. Tornò e sviluppò la sua piccola attività assieme al cugino. La sua inventiva lo portò a creare prima i ramponi ribaltabili che servivano ai trattori per poter affrontare terreni impervi e risaie. Costruì altri attrezzi agricoli che hanno aiutato la meccanizzazione di alcune attività agricole e alla fine le coperture per i trattori. La conquista di tutto il mercato dei consorzi agrari con i suoi prodotti gli diede la possibilità di espandersi nella sua attività creando altre due aziende, una a Portogruaro e una a Pordenone, e dando lavoro a diverse persone.

Nel frattempo non aveva perso il desiderio di riscattare l’attività che era stata del padre e a soli 35 anni diede avvio, come immobiliarista, alla costruzione a Pordenone del condominio San Giorgio, cui seguirono il palazzo in viale Marconi il condominio Ariston e a Lignano condomino dei Fiori e Park Palace. La fortunata collaborazione con l’architetto Donadon nel pieno dello sviluppo della città ha dato de bei esempi architettonici alla città di Pordenone.

Nel 91 è venuta a mancare la moglie e dopo aver lasciato le aziende ai figli Rita e Pietro ha potuto godersi una vecchiaia serena e felice. La vita gli ha offerto la salute ma il suo entusiasmo la sua curiosità e la sua gioia di vivere l’hanno portato a compiere 100 anni con lo spirito di chi non ha mai mollato.

Bell’esempio di pordenonese di una volta che ha contribuito con il suo lavoro e la sua capacità a far crescere la nostra città. —

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