Gildo a Porcia, 40 anni di ristorazione tra i vip

Una mostra di foto d’epoca racconta 40 anni di attività del locale. «Oggi manca il senso del gusto»

PORCIA. Di volti noti, in 40 anni di attività del “re della griglia”, ne sono passati diversi, a Porcia. Personaggi di spettacolo, attori di successo e assi dello sport si sono accomodati nelle sale del ristorante “da Gildo” per gustare la cucina di Ermenegildo Fanzago: da Enzo Bearzot a Björn Borg, passando per Francesco Moser, Gino Bramieri, Peppino De Filippo e Marcello Mastroianni.

Volti divenuti protagonisti di una mostra – “Sfogliando le pareti di Gildo” – che sarà inaugurata stasera alle 18.30 al Casello di guardia di via de' Pellegrini a Porcia.

Oltre 200 le fotografie in esposizione, sino al 23 agosto, per ripercorrere la storia di uno dei locali più rinomati del territorio dove, man mano che la fama di “Gildo” cresceva, hanno fatto tappa i personaggi più importanti. Sino a quando l'attività non è cessata – nel 2002 a seguito della prematura scomparsa di Anna Maria Sonato, adorata moglie di Fanzago –, le immagini erano appese alle pareti del locale.

A cominciare dal primo ritratto fotografico della collezione, quello di Pinuccia Nava, la nota “Scaramacai”. In seguito, le foto sono rimaste gelosamente custodite nella casa del cuoco. Sino a quando, tre anni fa, è nata l'idea della mostra, diventata realtà grazie agli sforzi degli assessorati a Cultura e Attività produttive, con il contributo della Pro loco.

«La mia cucina? Estrosa e stuzzicante. Sono sempre stato all'avanguardia».

Una carriera nella ristorazione, quella di Ermenegildo Fanzago, iniziata in giovane età dal carretto dei gelati, e proseguita nei ristoranti milanesi, liguri, romani e non solo, dove ha affinato il mestiere prima di aprire il locale ai piedi del Castello di Porcia. «Ogni volta che mi capitava di cucinare per qualche personaggio illustre – ha raccontato – mi domandavo se ne sarei stato all’altezza. Se sbagli in una grande città hai tanti altri clienti con cui riscattarti, se sbagli in un paese sei finito». Di errori, evidentemente, non ne deve aver commessi, come dimostrano gli innumerevoli attestati alla carriera e i ruoli istituzionali ricoperti.

« “Da Gildo” a Porcia è passato un milione e mezzo di persone. Merito del “re della griglia”, ma anche delle doti ospitali della moglie con la quale ha condiviso l’avventura, imprenditoriale e di vita. E alla quale è dedicato il libro fotografico che accompagna la mostra. Anche dopo la chiusura del ristorante, rimasto in attività dal 1961 al 2002, Fanzago non ha mai smesso di cucinare. «Ho ancora l’occhio clinico per gli errori – ha rivelato –. Una volta, per imparare a preparare una salsa, impiegavi un mese, oggi basta accendere la tv e in 20 minuti cucinano tre piatti. Tutti si copiano a vicenda, manca il senso del gusto». (m.pa.)

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