Ghiaia nel Cellina, un problema da 62 anni

Barcis. Mai garantita la pulizia degli alvei. L’opposizione dei Comuni al passaggio dei camion lungo la 251

BARCIS. Il problema dell’inghiaiamento del Cellina e dei suoi affluenti nasce nel 1954 quando viene inaugurato il lago Aprilis, creato grazie alla diga sull’orrido del paese.

Sono gli anni del boom economico e l’Italia ha un’estrema sete di energia. Tanto che mentre si taglia il nastro a Barcis, gli ingegneri sono già all’opera a qualche chilometro di distanza per un’altra diga, stavolta più alta e colossale: quella del Vajont.

Da quel giorno ben poco è stato fatto per la costante pulizia degli alvei, il cui deflusso di inerti è materialmente ostacolato dal muro di cemento.

La situazione è peggiorata con l’alluvione del 1968, quando in poche ore fango e sassi hanno ostruito le paratoie di fondo del bacino idroelettrico: si tratta di sportelloni che venivano aperti in caso di ondate di maltempo e facevano scivolare a valle il materiale in eccesso.

Da allora le paratoie sono sepolte sotto decine di metri di fondali e non è più possibile utilizzarle. Nel frattempo si è cercato di trattenere gli inerti a monte, costruendo briglie e autentici sbarramenti di calcestruzzo lungo i greti minori. Negli anni Sessanta e Settanta furono svariati i cantieri aperti per questo scopo dall’Enel.

Dal Prescudin e lungo lo stesso alveo del Varma se ne possono notare numerosi, trasformati nel tempo in “dighe” per sassi: gli inerti si sono accumulati sino a superare in altezza il muro e da lì hanno ripreso la loro corsa in direzione del lago.

La lunga storia del Varma ha invece il proprio inizio ufficiale nel 1997 quando, a causa dell’eccesso di ghiaia che ostruisce le arcate del ponte, il corso d’acqua tracima per la prima volta sulla 251. All’epoca la strada che conduce in alta Valcellina è di competenza statale e quindi è affidata all’Anas.

Da quel momento le esondazioni del torrente intasato di inerti e le conseguenti chiusure al traffico della carreggiata si sono fatte via via più numerose.

Nel 2002 la Regione acquisisce la titolarità sulla 251, ma nulla cambia. Eppure in quel periodo l’edilizia richiede quantità industriali di ghiaia e i cavatori sono pronti a versare ingenti somme pur di accaparrarsi la bonifica della Valcellina.

Nel 2003 il vicegovernatore de Friuli Venezia Giulia, Gianfranco Moretton, dispone un programma di asportazione di un milione di metri cubi di pietrame, ma il Comune di Barcis si oppone: secondo il municipio nessun camion deve attraversare la 251 per evitare danni al turismo e comunque dovrebbero essere le imprese locali a usufruire della ghiaia valcellinese.

La protezione civile, che aveva fatto scavare già 300 mila metri cubi di sassi dalla zona, ritira il progetto. Da allora nel sito non si è più scavato, se non in occasione di emergenze maltempo e per quantitativi limitatissimi. Si arriva così al Natale 2014, quando Debora Serracchiani appalta un lavoro di innalzamento della 251. Da luglio 2015 il nuovo troncone di strada è operativo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:regione fvg

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto