Gestione cara, altri sport al Palaindoor

UDINE. La gestione del Palaindoor è costosa e il Comune consentirà a chi, da gennaio, gestirà l’impianto di affittarlo ad altre associazioni sportive anche se non praticano l’atletica. Su questo aspetto che ha già creato preoccupazione nel mondo della corsa, si fondano le linee di indirizzo approvate, nei giorni scorsi, dalla giunta Honsell. «Queste linee - conferma l’assessore allo Sport, Raffaella Basana - saranno riprese nell’imminente bando di gara».
«Il polo atletico udinese è una struttura destinata a ospitare prevalentemente attività sportive agonistiche e non relative a una disciplina sportiva la cui propensione a generare flussi di risorse in entrata è tradizionalmente bassa, per cui i costi di gestione tendono a sopravanzare i proventi» si legge nella delibera nella quale viene ribadito che il complesso sportivo viene riservato tendenzialmente al mondo dell’atletica.
La sola atletica, però, non basta a coprire i costi di gestione ecco perché il Comune, tra gli adempimenti del concessionario, raccomanda di «utilizzare gli impianti (palazzetto Ovidio Bernes e il campo di altetica all’aperto Dal Dan) al massimo delle loro potenzialità, in modo che non si verifichino periodi di inattività». Allo stesso modo obbliga il prossimo gestore «a dare impulso e sistematicità alle azioni di promozione del polo atletico udinese» per ribadire il suo ruolo nel panorama regionale e nazionale degli impianti di atletica leggera.
Non va dimenticato, infatti, che l’impianto si sviluppa su circa 4 mila metri quadrati e viene utilizzato non solo dagli atleti udinesi e friulani, ma anche da quelli provenienti dalle province di Gorizia e Trieste. A questi, in alcuni casi, si uniscono pure gli sloveni. Fino poco tempo fa, prima che Pordenone si dotasse del suo palazzetto, il palaindoor di Paderno era l’unico in regione. Considerato che anche Trieste sta progettando un impianto analogo, il timore è che Udine rischi di trovarsi con una struttura sovradimensionata se sarà riservata esclusivamente all’atletica.
Da qui l’apertura, «nel rispetto del calendario dell’atletica» sottolinea l’assessore, ad altre pratiche sportive. «Abbiamo permesso a chi gestirà l’impianto di abbattere i costi consentendo, nei momenti morti per l’atletica, di utilizzare l’impianto per altre pratiche sportive» ripete l’assessore nel ricordare che il Comune versa al gestore un contributo di 130 mila euro all’anno.
L’impianto sarà affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Fondamentale anche per fissare la durata del contratto che potrà oscillare da 3 a 10 anni, sarà il progetto di massima delle opere migliorative che i partecipanti alla gara proporranno a loro spese.
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