Lavoratrici in nero l'8 marzo, controlli in bar, fiorerie e pizzerie: maxi multa a sei attività pordenonesi
Controlli della Guardia di finanza a Fiume Veneto, Chions, Zoppola e Cordenons: sette le posizioni irregolari riscontrate: sanzioni per 80 mila euro

Donne impiegate al lavoro in nero nella giornata internazionale dedicata a loro. Su sette lavoratori irregolari scoperti dalla Guardia di finanza, quattro erano infatti lavoratrici.
È il bilancio dell’attività dei finanzieri del comando provinciale di Pordenone, che lo scorso 8 marzo hanno ispezionato diverse attività del Friuli occidentale nell’ambito del contrasto e della prevenzione del lavoro irregolare.
Per quanto i numeri sul fronte del lavoro sommerso restino elevati – già da inizio anno la curva è in crescendo –, a emergere in questo contesto è proprio la maggioranza di lavoratrici in nero impiegate sul totale riscontrato in una giornata che di solito vede sensibilmente incrementare il fatturato di alcune attività.
Un dato che fa riflettere, non solo per la ricorrenza celebrata, che dovrebbe essere ragione per valorizzare la donna, ma anche perché le attività finite nel mirino dei militari fanno parte di quelle che da queste ricorrenze ricavano un sensibile aumento del giro d’affari.
A finire nel mirino delle Fiamme Gialle della Tenenza di San Vito al Tagliamento sono stati diversi esercizi commerciali dislocati tra i comuni di Fiume Veneto, Cordenons, Zoppola e Chions. I sopralluoghi hanno consentito di identificare sei attività che avevano impiegato personale senza aver inviato la preventiva comunicazione di assunzione al centro per l’impiego.
Si tratta di una fioreria di Zoppola, una gelateria e due pizzerie per asporto di Cordenons, dove sono state individuate due persone in nero, un ristorante di Fiume Veneto e un bar di Chions. Non si tratterrebbe di personale assunto per fronteggiare le incombenze di una singola giornata, ma di lavoratori che, secondo la Gdf, avrebbero potuto essere impiegati con contratto “a chiamata”.
Per i sei imprenditori sanzionati è stata anche proposta all’ispettorato del lavoro l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività per aver impiegato personale in nero in misura superiore al 10% del totale di quello regolarmente assunto. Le sanzioni contestate vanno da un minimo di 13mila 650 euro a un massimo di 80mila 500 euro.
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