Signor Gatto impallinato dopo la morte di alcune galline: chiesta una perizia balistica

Prosegue il processo per l’aggressione al felino nel 2023 nella Bassa Friulana. L’imputato è un 46enne residente a Porpetto

Alessandro Cesare
Il pallino estratto dal gatto
Il pallino estratto dal gatto

Si arricchisce di nuovi elementi il processo che vede come parte offesa “Signor Gatto”, un felino di otto anni impallinato nel febbraio 2023 nella Bassa Friulana. La vicenda vede coinvolto un quarantaseienne originario della Sardegna ma residente a Porpetto, difeso dall’avvocato Paolo Viezzi, accusato di tentata uccisione di animali. Sarebbe stato lui a colpire con un pallino di piombo il gatto ritenendolo responsabile dell’uccisione di alcune galline.

Il proprietario del felino è dovuto ricorrere a cure urgenti dal veterinario per salvare l’animale e non trovando la disponibilità del presunto aggressore a compartecipare alle spese mediche, si è convinto a sporgere denuncia. Nel processo si è costituito parte civile, affidandosi all’avvocato Giorgio Weil.

Nel corso dell’ultima udienza del processo, andata in scena il 26 maggio davanti al giudice del tribunale di Udine Mauro Qualizza, Weil ha esibito il pallino estratto dal corpo del felino dopo l’aggressione, chiedendo una perizia balistica per avere la conferma che il piombino sia uscito da uno dei fucili sequestrati all’imputato dopo la denuncia.

Un’istanza, quella della parte civile, a cui si è associato pure l’avvocato della difesa Viezzi, ma con motivazioni divergenti: «A nostro avviso quel pallino non è lo stesso che è presente nelle radiografie della mandibola del gatto. Interessa anche a noi stabilire con certezza se quel piombino è effettivamente quello trovato nell’animale, e che origine ha».

L’incarico al tecnico che dovrà eseguire la perizia balistica sarà affidato il prossimo 30 giugno. Come indicato dal giudice Qualizza, se ne occuperà Edi Mingolo.

Il 26 maggio è stata ascoltata anche la veterinaria titolare dello studio in cui è stato curato “Signor Gatto”. La professionista ha confermato la presenza del piombino nella mandibola dell’animale, soffermandosi sulle delicate operazioni a cui è stato sottoposto per salvargli la vita. «Nel tessuto molle della bocca – ha chiuso Stefania Zanini – sono rimasti diversi frammenti di metallo anche dopo l’estrazione del pallino».

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