Galleria Bertoia Pordenone si scopre “La città dipinta”

Battesimo con tante persone per la nuova mostra Fulvio Comin ricorda la figura di Paolo Gaspardo
E’ caloroso l’abbraccio dei pordenonesi per “La città dipinta”, per la storia che scorre attraverso i palazzi di corso Vittorio e corso Garibaldi raccontata dalle parole di Fulvio Comin e dai disegni di Pierfranco Fabris. La mostra, che nasce dall’omonimo libro frutto della suggestione di Giovanni Santarossa ( Biblioteca dell’immagine) e «da quattro anni di lavoro», ha raccontato l’editore, è stata accolta ieri con entusiasmo dai pordenonesi.


I pannelli raccontano per immagini e parole le storie della città «e personaggi di cui troppo spesso ci dimentichiamo» ha detto Comin. Il giornalista ha voluto ricordare in particolare Aloisa Mantica «nobildonna che faceva parte del cenacolo dei Mantica e dal cui impulso nacque la cappella Mantica, la più bella del duomo», ma anche Gerolamo Rorario «segretario di re e imperatori, che riuscì a ottenere un titolo nobiliare per il de’ Sacchis e in cambio si fece affrescare un palazzo che, purtroppo, non vediamo perché non esiste più». Tra i pordenonesi contemporanei, Comin ha voluto ricordare Vandramino Candiani «primo sindaco di Pordenone dopo l’Unità», Antonio Zanussi «che va ricordato anche perché collaborò con un sacerdote per portare via dal palazzo del Monte dei pegni tutti i preziosi dei pordenonesi, era il 1917, prima che arrivassero gli austriaci. Rimasero nascosti sotto il pavimento della Chiesa del Cristo fino al 1918». Un ricordo particolare, poi, lo ha dedicato a «Paolo Gaspardo, che non solo mi ha insegnato il mestiere, ma sapeva tutto di Pordenone. A lui – ha detto guardando l’assessore Pietro Tropeano – non è stata dedicata ancora neanche una strada. Ma c’è sempre tempo».


Se Fabris ha lodato Pordenone evidenziando come la città, a differenza di Venezia, abbia mantenuto i suoi colori, Santarossa con la consueta capacità di colorare le parole, ha spiegato come è nato il progetto del libro – e ancor prima quello dedicato al Canal grande di Venezia che ha come coautore sempre Fabris – e ha voluto lanciare un messaggio a tutta la città: Questa sera abbiamo fatto sedere sulla sedia di Herry Bertoia Graziella Lisot, per 60 anni titolare della profumeria Ebe. Per cento anni sono stati i commercianti a difendere la città, quelli che vedevo ogni mattina scopare davanti all’uscio della bottega. Ancora oggi dipende da noi la bellezza della città per cui sosteniamoci a vicenda, parliamo bene delle cose che facciamo».


Partner della mostra anche Pordenonelegge, Rotary club e Banca Friuladria Credit Agricole «che dal 12 settembre aprirà a palazzo Cossetti la mostra con i pannelli dedicati al Canal Grande, la strada più bella del mondo» ha spiegato Massimo Ritella.


L’assessore alla cultura, Pietro Tropeano, nel portare i saluti dell’amministrazione ha rimarcato come la Galleria Bertoia debba essere il cuore della cultura in città e per questo ospiterà, accanto alle grandi mostre (una l’anno) molti eventi di valore legati al territorio. Sabato prossimo, al secondo piano del museo, sarà inaugurata la mostra dedicata ai giovani talenti del mosaico
.
(m.mi.)


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Messaggero Veneto