Fvg in bici, una rete regionale di mille chilometri: ma solo la metà è già utilizzabile

Sono compresi dieci tracciati, in parte da realizzare. I fiori all’occhiello sono l’Alpe Adria e la Noncello-mare

Mille chilometri già progettati, la metà dei quali già realizzati e pedalabili. A tanto ammonta oggi la lunghezza complessiva della rete ciclabile di interesse regionale (Recir) del Friuli Venezia Giulia, soggetta alla regia e al nuovo piano della regione, che dovrà essere aggiornato in base alla recentissima legge sulla ciclabilità, la 8/2018. La rete comprende dieci tracciati, dalla punta di diamante, il tratto regionale della ciclovia Alpe Adria, all’ultimo arrivato, la Noncello-mare.

Mille chilometri, si diceva, e potrebbe essere considerata un’estensione sottostimata, visto che non comprende (se non nei tratti coincidenti con i dieci percorsi di interesse regionale) le reti urbane e i percorsi realizzati o promossi da altri enti locali, magari “estinti”, come le Province e le Comunità montane. Ma mille, in realtà, è una stima generosa, visto che la metà della rete regionale è al momento soltanto sulla carta, in parte solo progettata e neppure finanziata, e che «può essere considerato ciclabile, in base alla nuova normativa nazionale e regionale, soltanto un percorso a uso esclusivo, ciclopedonale o su strade aperte anche alle auto, ma a bassa o bassissima intensità di traffico», come spiega Alberto Deana del gruppo tecnico di coordinamento delle associazioni Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta). Una precisazione che toglie il crisma di ciclabile a molti percorsi o anelli di carattere locali, legati o meno alle dieci ciclovie di interesse regionali.

Il boom del traffico

Al di là dei numeri e delle distinzioni, ciò che è certo e indiscutibile è l’aumento del traffico e del turismo a due ruote. A partire dalla Alpe Adria, che secondo i rilevamenti degli addetti ai lavori ha superato l’anno scorso la soglia dei 100 mila transiti, con un flusso che a occhio nudo registra un ulteriore (e sensibile) aumento quest’anno. Un’opportunità importante per il turismo del Fvg, e infatti tra gli obiettivi della legge 8/2018 approvata nello scorso febbraio al tramonto della precedente legislatura, c’era proprio quello di migliorare la rete ciclabile, accelerando gli investimenti e coordinando gli interventi. Priorità assoluta, questa, dal momento che nessuna delle ciclovie regionali, neppure la Coccau-Grado, può contare su un percorso interamente percorribile, e che per molte gran parte dei chilometri sono soltanto sulla carta.

Gli itinerari

Da Coccau a Grado per la Fvg1 Alpe Adria, tratto finale di un percorso che parte da Salisburgo. Da Rabuiese a Lignano per la 2, che costeggia l’Adriatico dal confine sloveno fino al Tagliamento. Dalla pedemontana pordenonese a Gorizia la 3, attraversando la pianura alta e il Collio. Dai piedi del Cansiglio alle valli del Natisone per la 4, mentre la 5 e la 6 risalgono il corso dell’Isonzo, dalla foce a Salcano, e del Tagliamento da Lignano a Pinzano, con un secondo tratto, da Pioverno a Tolmezzo, che secondo il progetto dovrà arrivare fino ad Ampezzo e alla Mauria. A Tolmezzo lo snodo con la 8, diretta verso Paluzza e il passo della Mauria, mentre le altre tre ciclovie, la 7, la 9 e la 10, riguardano pressoché per intero la provincia di Pordenone: si tratta delle ciclovia del Livenza, con un tragitto che va dalla sorgente alla foce, sconfinando in Veneto, della Bassa pianura Pordenonese, da Talmasson di Fontanafredda a Madrisio, e della Noncello-mare, che da Spilimbergo e attraverso i Magredi arriva alla confluenza col Livenza, per poi terminare anch’essa il suo percorso in Veneto.

I problemi

Una mappa ricca, ma che va completata. «La legge 8 – spiega ancora Alberto Deana – affida la manutenzione a Fvg strade su tutta la rete delle dieci ciclovie regionali, ma questo passaggio non è ancora stato reso operativo. In più c’è da considerare che questo vale solo per i tratti esclusivamente ciclabili, mentre per i tratti misti, quelli su strade a bassa intensità di traffico, la competenza può essere della stessa Fvg strade se si tratta di provinciali, ma anche dei Comuni e delle Uti. La legge prevede inoltre un tavolo di concertazione tra Regione e associazioni, ma essendo stata approvata a fine legislatura la sua attuazione è rimasta nel limbo». 

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