Furto di segreti industriali e diffusione alla ditta concorrente: in tre finiscono in tribunale

UDINE. Avrebbero rivelato informazioni che dovevano rimanere segrete al concorrente, che li avrebbe ricevuti per sfruttarli. È, questa, in sintesi, l’accusa mossa dalla procura di Vicenza a tre persone, accusate a vario titolo di rivelazione di segreti industriali e di ricettazione. È iniziato nelle scorse settimane, davanti al giudice Camilla Amedoro, il dibattimento pubblico a carico di Luigi Scuccato, 61 anni, di Bassano, di Mauro Simone, 48, di Fagagna, e infine di Vittorio Ceccato, 54, sempre di Bassano. Il primo, assistito dall’avvocato Enrico Rigo, avrebbe ricevuto i segreti, consapevole che si trattava di informazioni che avrebbero dovuto restare segrete, secondo l’accusa, ed è accusato di ricettazione; gli altri due, tutelati dagli avvocati Mara Del Bianco e Marco Venturi, le avrebbero trafugate. Tutti e tre dovranno tornare in aula in ottobre, quando il processo entrerà nel vivo con le prime testimonianze, e respingono con decisione le contestazioni; potrà costituirsi parte civile, per sollecitare un risarcimento dei danni, la presunta vittima Franco Giorgio Lotta, 63 anni, di Udine, assistito dall’avvocato Massimiliano Basevi.
I fatti contestati dalla magistratura berica sono piuttosto datati e sarebbero avvenuti nel corso del 2014. All’epoca, Simone era dipendente della società “Almaf srl” di Udine, di cui Lotta era titolare, e si occupava di attività commerciali, mentre Ceccato era un agente, delegato a operare nelle province di Vicenza e di Bolzano. Lotta aveva ideato il progetto “Empower”, che avrebbe dovuto consentire alla sua impresa, attiva sul fronte della consulenza aziendale, in particolare nel settore del sostegno alle ditte per partecipare ad appalti, di compiere un decisivo passo in avanti fornendo un servizio mirato ed articolato per i clienti.
Stando a quanto ipotizzato dalla procura, che al termine delle indagini ha citato a giudizio i tre imputati, Simone e Ceccato erano a conoscenza delle articolazioni operative del progetto, in ragione della propria attività per la “Almaf”, e sapevano anche che dovevano restare segrete. Invece le avrebbero rivelate, senza giusta causa, annota il pm, a Scuccato, titolare e amministratore unico della “Infoplus srl” di Marostica, concorrente della ditta udinese, e attiva nel medesimo settore commerciale. Quest’ultimo poi avrebbe beneficiato di queste notizie per la sua attività.
Quando Lotta scoprì che i due collaboratori avevano parlato con il rivale, sporse denuncia facendo scattare le indagini. I tre imputati, che hanno sempre negato le responsabilità oggi contestate, avranno modo di far valere in tribunale le loro ragioni davanti al giudice.
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