Fulmine come una bomba, cimitero devastato a Varmo

Qui all'alba si è scaricata una saetta che ha devastato il piccolo camposanto. Le parole di Giovanni risuonano nel silenzio della campagna imbevuta di pioggia che lo circonda. «Una cosa simile io nella mia vita non l’ho mai vista – racconta – . Guardi, guardi qui: i pozzetti sono saltati, il quadro elettrico è stato fulminato e anche i tecnici dell’Enel non credevano ai loro occhi, le tombe sono quasi tutte rotte così come i lampioni. E danni ci sono anche dentro la chiesa dove è stata danneggiata la nicchia di Sant’Antonio, caduto un neon e rotte alcune vetrate».

In molti, tra coloro che risiedono nelle vicine frazioni di Varmo, hanno sentito all’alba un boato fortissimo. Nessuno avrebbe pensato che questo avrebbe causato una ferita così profonda al piccolo cimitero. Non si dà pace Giovanni. «Sono in pensione – dice facendo la conta dei danni – e insieme a un gruppo di persone amo dedicare il mio tempo a questa chiesetta che purtroppo in passato è stata visitata molte volte dai ladri. La teniamo pulita, restauriamo quello che negli anni si era rotto e adesso questo proprio non ci voleva».

Danneggiata, come racconta Claudio Beltrame, portavoce del Comitato spontaneo per la salvaguardia di Santa Marizzutta, anche la zona del limbo, una delle poche arrivate fino a noi, dove venivano sepolti i bambini non battezzati. Ieri il sindaco di Varmo Sergio Michelin ha fatto un sopralluogo nel cimitero. «Sono davvero danni molto ingenti – dichiara – , una situazione che ha dell’incredibile per quanto questa saetta è riuscita a causare. Adesso valuteremo come procedere».

È stato subito informato di quanto accaduto il vicario foraneo don Paolo Brida. «Sembra quasi che sia scoppiata una bomba» dice una signora arrivata poco dopo. Tutto è divelto, ci sono ovunque cocci, lastre di marmo, vasi e lumini a terra. Una delle bare nella tomba della famiglia Romanelli ha rischiato di bruciare. Tutto attorno il silenzio. E una calma che stride con lo squarcio che ferisce il camposanto.