Fu cappellano con un prete di Forgaria

C’è un filo sottile che lega Papa Francesco al Friuli, un legame intimo e profondo che si venne a formare sin da quando Jorge Mario Bergoglio divenne cappellano di monsignor Luigi Mecchia. Originario di Forgaria, dov’è nato nel 1921, dopo la sua ordinazione, Mecchia è stato cappellano per un paio d’anni a Buja poi nel 1947 si è trasferito in Argentina, operava nella parrocchia dell’Immculado Corazòn di Los Polvorines. È lì che cominciò la missione pastorale del nuovo pontefice cappellano al fianco del parroco friulano morto nel settembre del 2010. A raccontarlo è don Claudio Snidaro (nella foto), originario di Sant Andrat del Judrio, frazione di Corno di Rosazzo e parroco al santuario di Nuestra Señora de Castelmonte voluto e fondato alla periferia di Buenos Aires da don Carisio Pizzoni di Orsaria nel 1963. «Quando abbiamo appreso che il cardinale Jorge Mario Bergoglio era il nuovo Papa siamo rimasti sorpresi, nessuno di noi immaginava che il giovane cappellano di don Mecchia avrebbe potuto farsi carico del ministero petrino – racconta don Claudio al telefono da Buenos Aires -. Uomo di cultura straordinaria eppure umile, comprensivo, con lui al soglio pontificio ci sentiamo ancora più vicini all’Italia, il paese che ho lasciato 30 anni fa». Assieme a don Claudio operano don Rolando Rolatti, originario di Faedis e don Onorato Lorenzon di Udine, tutti loro hanno avuto modo di conoscere Papa Francesco e di apprezzarne le qualità. Sarà dedicata a Papa Francesco la festa che i friulani di Buenos Aires hanno già organizzato per domenica, quando si riuniranno oltre 200 persone.
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