Frode fiscale e riciclaggio con il metodo “apri e chiudi”: sequestro da 10 milioni di euro, sigilli a un negozio di Cervignano

La scoperta della Guardia di finanza, che ha denunciato un imprenditore cinese che gestiva empori su tutto il territorio nazionale

La Guardia di Finanza in una foto di repertorio
La Guardia di Finanza in una foto di repertorio

Apriva imprese e, dopo aver accumulato debiti, le chiudeva per aprirne di nuove. Un modus operandi che gli permetteva di frodare e il Fisco e dirottare i guadagni in Cina, il suo paese d’origine. Con queste accuse la Guardia di finanza ha denunciato un imprenditore cinese, sospetto responsabile della condotta fraudolenta. 

Gli accertamenti svolti, che hanno tratto spunto dagli sviluppi di una verifica fiscale, hanno consentito di individuare come l’imprenditore, anche mediante l’opera prestata da un consulente fiscale operante nella provincia di Rovigo, abbia fatto ricorso al c.d. metodo “apri e chiudi”, dirottando ingenti flussi finanziari verso la Cina: un sistema di frode che - come evoca il nome - viene attuato attraverso il ricorso alla ciclica cessazione di attività commerciali che, dopo avere maturato debiti con l’Erario, vengono fatte cessare e sostituite da altre società, formalmente nuove, che proseguono la medesima attività imprenditoriale, ma senza mai onorare il proprio debito con il Fisco.

Parallelamente l’imprenditore avrebbe anche messo su una rete di società inesistenti al fine di documentare 7 milioni di euro derivanti da fittizie attività commerciali, procurandosi costi inesistenti al fine di evadere il pagamento delle imposte. 

Pertanto, oltre al deferimento all’autorità giudiziaria di undici persone fisiche e quattro enti giuridici, al fine di interrompere l’insidioso fenomeno illecito intercettato dai finanzieri, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza dalla procura di Ravenna, poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, che ha avuto ad oggetto conti correnti (verosimilmente in procinto di essere svuotati), beni di lusso (Rolex), vetture di pregio, ingenti disponibilità di contanti, nonché i negozi di Faenza, di Cervignano del Friuli e di Occhiobello, sottoposte ciascuna ad amministrazione giudiziaria, per la successiva liquidazione dell’intero compendio aziendale ai fini della confisca.

 

 

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