FriulIntagli pronta ad assumere, ma i permessi non arrivano

Prata, in ballo c’è l’ampliamento del capannone per far fronte alle commesse Ikea, vitali contro la crisi

PRATA. «Immune dalla crisi con le commesse Ikea, è bloccata dalla burocrazia per ampliarsi di 50 mila metri quadri». Non fa il nome dell’azienda messa al palo dalle scartoffie, il segretario della Lega Nord azzanese, Enzo Bortolotti.

Ma quando tuona contro le pastoie che bloccano gli imprenditori del Nordest, ha in testa la via d’uscita. «Sburocratizzare: per salvare le aziende». E’ il mantra che ripetono i “colonnelli” leghisti, da Pordenone a Villanova di Prata, dove c’è la FriulIntagli. Dove lacci e lacciuoli burocratici si mettono di traverso all’espansione del parco produttivo aziendale.

Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea che prenota i kit di mobili alla FriulIntagli, lo aveva detto chiaro. «Abbiamo individuato fornitori italiani che hanno preso il posto di partner asiatici, come FriulIntagli – aveva dichiarato ai microfoni di Radio 24 –. Sanno produrre articoli di qualità migliore a prezzi più bassi». Ribadiva alcuni ostacoli: «I tempi incerti della burocrazia e della politica». Quelli che Bortolotti denuncia.

«La politica deve fare squadra con gli imprenditori – predica con il deputato del Carroccio, Massimiliano Fedriga, e il commissario leghista Fvg, Giampaolo Dozzo –. L’azienda che non riesce a espandere il parco produttivo rischia di perdere commesse, mentre aspetta il via libera sulle carte. Intanto, ne va di mezzo l’assunzione prospettata di 70 lavoratori: sono in dote all’ampliamento».

Storie del Paese che non va. «Cambiare passo e sburocratizzare». Non si arrendono, i leghisti, che hanno sotto gli occhi il distretto del mobile.

Le commesse Ikea sono lo spuntone di roccia per salvarsi, nel comparto in ginocchio del legno-arredo. La FriulIntagli ha registrato un fatturato che tra 2009 e 2010, nel pieno della crisi, ha segnato +23%, a quota 250 milioni. Gli stabilimenti a Villanova di Prata e a Portobuffolè, nel Trevigiano sono il quartiere generale di chi lavora pannelli, ante e altri componenti conto terzi.

Il fattore Ikea è un fattore del successo di un progetto aziendale messo in piedi da Inaco Maccan negli anni Sessanta. Alla faccia della crisi, è la “lean production” il segreto del fatturato. Come dire, efficienza nella produzione, tempi di lavorazione speedy di ogni singolo pezzo che si può tracciare attraverso dei codici a barre.

E’ quello che piace agli svedesi del colosso mondiale Ikea, che è nella lista clienti. In Italia, Ikea acquista circa l’8% dei prodotti che poi rivende nei suoi negozi in tutto il mondo, e Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia sono le regioni si aggiudicano una fetta una fetta extralarge dell’8 per cento. Fatturato multimilionionario in via Oderzo 68 e un bisogno frustrato dalla burocrazia: espandersi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoro

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto