Friuli Doc escluso da piazza San Giacomo

UDINE. Piazza San Giacomno tagliata fuori da Friuli Doc. L’architetto Maria Giulia Picchione, Soprintendente Fvg, ha avviato il procedimento con cui chiede alla Direzione generale delle Belle Arti la conferma che piazza Matteotti, «detta anche piazza San Giacomo o piazza Mercatonuovo, costituisce sito di interesse culturale».
L’apertura di questo procedimento ha due effetti: conferma tutti i vincoli esistenti sulla piazza e congela ogni iniziativa fino a quando la pratica non sarà evasa: almeno 4 mesi. In sostanza, congela anche l’accordo tra Regione Fvg e Ministero con cui si dava la possibilità al Comune di ospitare in quella piazza ogni tipo di evento (Friuli Doc compreso) purchè non superi i trenta giorni. Se qualcuno pensava di aver “fatto fuori” la Soprintendente ecco la risposta.
La lettera con cui Maria Giulia Picchione apre il procedimento è del 10 luglio ed è stata protocollata in Comune il 14, due giorni prima dell’incontro organizzato dalla Camera di commercio con l’assessore regionale Maria Grazia Santoro per spiegare, appunto, il protocollo d’intesa Ministero-Regione firmato il 4 giugno. Protocollo che disciplina i dehors in aree pubblica. «Non vogliamo scavalcare la Soprintendenza e neppure la deregulation – aveva detto Santoro –, ma c’era la necessità di snellire la disciplina, di garantire maggiore chiarezza.
L’obiettivo del protocollo, quindi, è quello di redarre, in collaborazione con le categorie e i Comuni, le linee guida; definire gli strumenti e i meccanismi di accelerazione e semplificazione dei procedimenti di comune interesse dello Stato, della Regione e degli enti locali.
L’oggetto dell’accordo riguarda l’individuazione dei siti, le attività connesse, le manifestazioni culturali, sportivi e mercatili, i criteri generali di utilizzazione, la qualificazione dei dehors, le loro caratteristiche estetiche, la durata dell’occupazione, le procedure e i tempi di autorizzazione. Ci siamo dati sei mesi di tempo, quindi entro il 4 gennaio il lavoro sarà ultimato.
A quel punto toccherà ai Comuni redarre i rispettivi regolamenti e confrontarsi con la Soprintendenza». In questi sei mesi, però – aveva aggiunto l’assessore –, «gli esercenti e i Comuni possono utilizzare un paracadute aperto da Regione e ministero grazie al quale tavolini e sedie; ombrelloni e fiorerie non sono più soggette all’autorizzazione della Soprintendenza, così come tutte le manifestazioni organizzate dal Comune, purchè non superino il mese».
A quanto pare è tutto inutile. Nel Paese della burocrazia, basta una “richiesta di conferma” per congelare tutto e mentre Regione-Ministero “litigano” con la Soprintendenza Fvg, chi deve lavorare (e pagare le tasse per mantenere in vita i tre enti di cui sopra) si deve rassegnare.
«La piazza Matteotti rappresenta un unicum architettonico di notevole importanza per la città – scrive la Soprintendenza – rappresentando un bene culturale avente un interesse particolarmente importante quale testimonianza della storia della città e della sua cultura urbanistico architettonica».
«Dopo il restauro delle pietre che costituiscono il plateatico – scrive –, pietre che avevano subito notevoli danni a causa delle bancarelle che erano poste sia per il mercato che per altri tipi di manifestazioni, si può ammirare la piazza, e gli elementi architettonici che la caratterizzano, in tutta la sua sobria composizione, contornata dagli edifici porticati con facciate decorate che la caratterizzano, rendendola uno dei simboli di Udine oltre che luogo di attrazione turistica». Per tutti questi motivi la Soprintendenza chiede l’avvio del procedimento e fa presente «che qualsiasi intervento sul bene in questione dovrò ottenere preventiva autorizzazione della Soprintendenza dei beni architettoni
ci e paesaggistici del Fvg. Tali effetti cessano alla conclusione del procedimento: 120 giorni dalla comunicazione». Viva l’Italia.
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