Friulano nell’inferno del Cile. «Siamo come in un film: c’è paura, ma la gelateria resta aperta»

Il coprifuoco l’aveva visto solo nei film. Non avrebbe mai pensato di viverlo in prima persona. Tra supermercati saccheggiati, autobus in fiamme e carri armati in strada. La capitale del Cile, Santiago, è sotto assedio. E quella città scelta da Roberto Gimmillaro, 45 anni, mamma di Udine e papà siciliano, assieme ai soci, per aprire otto mesi fa una sede dell’Officina gelato gusto italiano, la gelateria artigianale con laboratorio e mantecazione a vista e prodotti freschi del territorio nata a Udine dal maestro gelatiere Carmelo Chiaramida, ora spaventa.
«C’è tanta preoccupazione – racconta Roberto, che a Santiago si trova assieme alla socia Francesca Dovile –, stiamo continuando a tenere aperta la nostra gelateria per cercare di preservare una certa normalità in una situazione che tanto normale non è. Sicuramente sono giorni difficili anche se per fortuna non ci troviamo nella zona calda ma dobbiamo comunque fare i conti con tensioni, timori e disagi, con scene terribili di saccheggi nei supermercati».
La paura c’è e bisogna conviverci. Come quella che Roberto ha provato un paio di giorni fa quando ha dovuto accompagnare i suoi dipendenti a casa, prima del coprifuoco, con il rischio di farsi trovare alla guida del furgone oltre l’orario consentito. «Il problema è che tutti i nostri nove collaboratori – spiega al telefono – vivono proprio nel centro della zona rossa e non riescono a fare rientro a casa in tempo perché tante linee della metro sono state chiuse e altri mezzi pubblici non ci sono.
Così li ho dovuti riaccompagnare io entrando in strade che erano state sbarrate tra bus e auto incendiati. Ho avuto paura perché se mi avessero scoperto nell’orario in cui era già scattato il coprifuoco avrei rischiato l’espulsione. Lunedì l’hanno anticipato alle 19 e abbiamo dovuto chiudere il locale in fretta e furia tre ore prima».
La gelateria, nel quartiere di Providencia, è diventata ben presto un punto di riferimento per molti italiani residenti nella capitale. E sono proprio loro che qui si recano alla ricerca di un angolo di “normalità” mentre tutto, fuori, parla di rivolta e violenza.
«La protesta è giusta e ne condivido le ragioni – continua –, il problema è che si sono infiltrate delle persone che nulla c’entrano e che mirano solo a creare disordine per saccheggiare tutto quello che trovano nelle vie del centro. Oltre 60 supermercati sono stati chiusi per questioni di sicurezza e perché i dipendenti non riescono ad arrivarci, così come le pompe di benzina, e noi abbiamo grossi problemi a reperire i beni di prima necessità. I clienti ci ringraziano perché in questo clima di terrore e di paura, tra scene di guerriglia urbana e di scontri tra la gente che è scesa in piazza a protestare e i militari, qui riescono a trovare un posto tranquillo».
Roberto è sempre in contatto con Carmelo, che si divide tra la gelateria di via Sarpi a Udine e quelle di Milano e Bologna. «A Santiago stiamo per aprire la seconda gelateria – dichiara – la prima è partita molto bene ottenendo un successo a livello nazionale. Questa situazione non ci voleva perché si somma a quella che si sta verificando anche a Barcellona dove abbiamo aperto un altro locale.
Sembra una casualità assurda che sicuramente ci preoccupa. A Santiago ci sono i militari in strada, il coprifuoco, i miei soci mi raccontano che una città davvero stupenda, dove la gente lasciava le chiavi appese fuori dalla porta, ora è sotto assedio e nel caos a causa della chiusura delle linee metro, dei saccheggi e degli incendi. Spero che tutto si risolva presto».
Si continua a lavorare e a tenere aperto all’Officina gelato gusto italiano di Santiago. Insomma, non ci si ferma. «Ma speriamo – conclude poi Roberto Gimmillaro – che prevalga presto il buon senso e che tutto possa tornare come prima. Stiamo vivendo davvero dei giorni surreali, che ci fanno paura».
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