Friulani nel mondo, "troppi sprechi e soldi a enti inutili"

UDINE. «Troppi sprechi e soldi a enti inutili, di cui non si conosce l’attività. Qui la Regione deve decidere che strategia adottare». L’Ente Friuli nel mondo sembra un gigante con i piedi d’argilla. Fondato nel 1953, conta 154 Fogolârs furlans sparsi nei cinque continenti, con 45 sedi di proprietà e circa 23 mila soci in tutto il mondo. Eppure in Friuli deve spartire la torta, sempre più povera, dei contributi pubblici (900 mila euro all’anno) con chi rappresenta sloveni, giuliani e dalmati, ma soprattutto con altri tre enti friulani: Efasce di Pordenone, l’Alef riconducibile alla Cgil, l’Eraple legato alle Acli.
Di questo denaro solo il 32 per cento (poco più di 280 mila euro) finisce nelle casse dell’Ente Friuli nel mondo, dove il presidente (in scadenza di mandato) Piero Pittaro non riceve un euro di indennità e gli impiegati sono ridotti a uno e mezzo.
Ma a Pittaro, spalleggiato dal presidente della Provincia Pietro Fontanini, la situazione non va più giù. E lo ha detto apertis verbis in una conferenza stampa. Anche perchè le bordate del numero uno di Efasce Michele Bernardon («l’Ente Friuli nel mondo si occupa solo di brovade e muset e i suoi associati sono emigrati pezzenti») rischiano di rappresentare la beffa oltre il danno.
E allora il presidente si è levato più di qualche sassolino dalle scarpe. «Alef ed Eraple chi li conosce? Non hanno nemmeno una sede, dicasi una - sbotta Pittaro - da nessuna parte, in nessuno Stato estero. A Buenos Aires e a Toronto sostengono di avere dei “segretariati”, tra l’altro tutti nella stessa via.
Ma si tratta di semplici indirizzi, delle scatole vuote. La nostra rete è enorme, sappiamo quanti friulani sono diventati famosi dopo una vita da emigranti, come Mario Collavino, la cui impresa ha costruito la Torre di Manhattan sorta dove c’erano le Twin Towers distrutte negli attentati dell’11 settembre, oppure il dottor Mauro Ferrari, un luminare, sempre negli Usa. Ecco perchè la Regione deve decidere cosa fare, deve darsi una mossa. Noi siamo disposti a collaborare con loro, ma su basi concrete, però non tutti possono essere trattati allo stesso modo.
Adesso riceviamo 280 mila euro l’anno, ai tempi di Toros erano due miliardi di lire. L’Eraple, solo per fare un esempio, riceve 63.231 euro, ma cosa fa? Turismo e nient’altro». Fontanini concorda: «Tanti friulani all’estero non sanno nemmeno perchè ci sono tanti enti differenti. Ottima l’unità, ma la razionalizzazione dovrebbe farla la Serracchiani». La storia della ripartizione dei fondi regionali e della “pari dignità” tra tutte le associazioni, ha origine nel 2011, con la decisione della giunta regionale di centrodestra. «I politici pordenonesi volevano coltivare il loro orto elettorale - ammette candidamente Pittaro - e così “elevarono” al nostro stesso rango Efasce e gli altri».
«All’epoca mi opposi - ricorda Fontanini -, ma non cambiò nulla». Il presidente di Ente Friuli nel mondo riserva le ultime bordate al suo collega pordenonese Bernardon. E non è tenero. «Abbiamo ricevuto decine e decine di telefonate dall’estero - afferma - da emigranti inviperiti, che si sono offesi a sentirsi dare del pezzente. Ecco queste parole non le accettiamo. Cosa fa Efasce? Noi portiamo i figli degli emigranti a fare corsi, a studiare all’università, a conoscere la storia e la cultura della terra dei loro padri, Bernardon porta qua solo turisti». Infine l’ultima, velenosa, stoccata.
«Qualche settimana fa - conclude Pittaro - sono stato a New York per un evento. Sono partito il sabato e rientrato il lunedì, viaggiando in economy, io che ho 80 anni suonati. Il presidente di Efasce, per lo stesso evento, si è fermato due settimane. A proposito di sprechi, giudicate un po’ voi».
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