Freddato in un parcheggio, parla l’ex moglie: «Ora chi sa qualcosa parli. Io devo proteggere mia figlia»

La donna tra le lacrime: «Alessandro era tranquillo, non era tipo che spariva. E nella sua vita non c’erano segreti»   

Gentile, corretto e sorridente: Alessandro Coltro era vicino di casa dell’assessore sacilese Ruggero Spagnol, a Nave. Nella palazzina in via Lirutti all’ultimo piano abitava da una decina di anni.

«Una persona disponibile e sempre corretta nei rapporti di buon vicinato – ha raccontato ieri mattina l’assessore sacilese all’istruzione –. Gli avevamo dato una mano in occasione di un piccolo disguido nell’apertura bloccata del cancello del suo condominio, qualche tempo fa e aveva relazioni cordiali con tutti».

Riservato e orientato nel tempo libero a Sacile. «A volte passeggiava con sua figlia – ha ricordato Spagnol con una residente –. Era molto affezionato alla bambina e non frequentava la comunità di Nave, forse per impegni di lavoro». Quella figlia adolescente era il cardine della vita di Coltro: amatissima. Le passioni erano per il calcio perché tifava per l’Inter, aveva simpatia per l’Udinese,. amava la caccia. Lavoro, sport, amici al bar e famiglia: un quadrilatero di affetti e doveri per Alessandro.

«Proteggo il diritto alla privacy e alla serenità di nostra figlia in questo momento terribile: Alessandro era una grande, immensa e buona persona». Ieri l’ex moglie di Coltro ha raggiunto a Sacile la famiglia: la madre di Alessandro, la sorella, i parenti che si sono stretti in un abbraccio doloroso. «Non riusciamo a capire quello che è potuto succedere – ha continuato l’ex moglie –. La mamma di Alessandro si era preoccupata lunedì: Alessandro era meticoloso, puntuale e non arrivava mai in ritardo. Non sarebbe mai sparito senza spiegazioni e quasi un presentimento ha colto la mamma Liviana che ha segnalato il problema alla forze dell’ordine».

La preoccupazione prima e poi l’incredulità di una tragedia che con il passare delle ore non ha ancora i margini chiari nella dinamica e nel movente. «Alessandro – ha continuato la donna – a 48 anni amava appassionatamente la vita e non era depresso né ha mai avuto cattivi pensieri. Affezionato a nostra figlia com’era, non avrebbe mai voluto abbandonarla e poi siamo rimasti in buoni rapporti anche dopo la separazione. Non c’erano ragioni per allontanarsi. Ho di Alessandro il ricordo del bene profondo per tutta la famiglia e della sua correttezza: una bella persona».

La morte non lascia speranze se non quella nella giustizia. «Non era il tipo che sparisce e stiamo cercando ragioni per ricostruire l’accaduto – contiunua l’ex moglie -. Alessandro era un rappresentate di prodotti nel settore artigianale: molto conosciuto, con tanti amici. Se qualcuno ha qualche indizio oppure sospetto di quello che può essere accaduto vicino al centro commerciale di Fontanafredda, lunedì sera scorso, allora contatti la famiglie di Alessandro. Oppure le forze dell’ordine che hanno aperto le indagini, perchè anche una piccola traccia potrebbe essere importante».

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