Il frantoio comunale è in vendita, ma il picchio ha fretta: la struttura in legno è piena di buchi

Il caseggiato di Caneva è chiuso da ormai due anni, ora il dilemma è stabilire se le spese devono essere a carico del municipio o del futuro gestore. Il consigliere Zorzetto: «Quel volatile andrà in letargo prima dell’aggiudicazione? È costato oltre 600 mila euro ai cittadini»

La facciata del frantoio di Caneva bucherellata da un picchio
La facciata del frantoio di Caneva bucherellata da un picchio

Un picchio ha scelto le pareti esterne del frantoio comunale a Caneva, che è in fase di aggiudicazione a un gestore esterno: i buchi inferti dal becco sono segnalati dal consigliere Pierangelo Zorzetto, della civica Caneva democratica. Da decidere è il carico delle spese di ripristino per il Comune, oppure al futuro gestore. «Il picchio andrà in letargo – è la battuta di Zorzetto – prima dell’aggiudicazione del Comune per lo sfortunato frantoio? È chiuso da due anni dopo un investimento di oltre 600 mila euro pubblici».

La gara è aperta per aggiudicare l’affitto: la base d’asta è di 19 mila 339 euro ogni 12 mesi e il contratto prevede sei anni di gestione. Le offerte dovranno arrivare negli uffici municipali entro il 21 novembre e l’aggiudicazione è prevista il 24 novembre.

Il frantoio di Caneva va in affitto e la scelta è stata contestata dalla coalizione di centrosinistra: la spremitura delle olive in via Mezzacampagna è congelata dal 2023. «Manca la perizia di stima sul valore del bene comunale – la pensa così il consigliere Zorzetto – l’affitto è sottostimato».

Arriva la stilettata politica. «È un buco nell’acqua, altro che olio: il frantoio è costato 600 mila euro ai cittadini di Caneva – protesta Zorzetto – e si rischia di svendere». Tiziana Boscariol ex leghista e consigliere del neo gruppo “Per Caneva” non fa giri di parole. «Il frantoio – ha dichiarato in seduta consiliare – è un fallimento».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto