Franca Rame: avrei voluto fare la pensionata a Udine FOTO

Lo disse nell’ultima visita in città nel giugno del 2012, in occasione della mostra a Casa Cavazzini dedicata a Dario Fo. Sei spettacoli in Friuli dal 1983, tutti targati Css

UDINE. Un marines, in scena. L’abbiamo salutata così un anno fa, a Udine. Franca Rame ce l’aveva dentro il teatro e quando saliva sul palco tirava fuori gli artigli, anche se il suo corpo la stava abbandonando. Venne nel giugno dello scorso anno in città per la mostra del suo Dario a casa Cavazzini. Stava male. Eppure non disse no all’ennesimo Mistero Buffo della loro lunghissima storia d’amore e di prosa.

Con il pubblico davanti agli occhi Franca si ritrovò trentenne con una grinta tirata fuori da non si sa dove. Disse che il Friuli le piaceva e non le sarebbe dispiaciuto «fare la pensionata da queste parti».

La conoscemmo nel 1985, la signora Fo. Pare ieri, ma le stagioni fuggono così in fretta che non te ne accorgi. E oggi se n’è andata, la Franca Rame. Tiriamo indietro la memoria, allora. Ne vale la pena per una donna come lei.

Andò così. A metà degli Ottanta, nel 1983 precisiamo, il Centro Servizi e Spettacoli, un punto di forza teatrale unico a quel tempo, assieme all’altrettanto mitologico teatro Club di Rodolfo Castiglione, fece una richiesta d’invito.

I “ragazzi” non amavano un granché finire in un cartellone stampato, preferivano essere attori sciolti. Il Css trovò lo spazio e Franca presentò Coppia aperta, quasi spalancata.

Fo, amato marito dal 1954 (ricordava la lady nella cena udinese del 2012 che lui fece carte false per conquistarla), scriveva come un pazzo e due anni dopo entrò in circuito Tutta letto casa e chiesa. E il Css non se la lasciò sfuggire. Ci vollevo una decina d’anni per rivederli in zona Friuli.

14 aprile 1994: Settimo ruba un po’ meno, ancora un one show woman (stesso marchio di fabbrica Css) della Franca/Enea becchina di un cimitero che inganna la solitudine ubriacandosi. E venne l’anno di Mistero Buffo, una sinergia Css/Teatro club.

Lo stesso, il 1994. Novembre. Al Carnera. Tremila persone. Un trionfo. Sesso? Grazie, tanto per gradire. Il 25 aprile 1995, al Palamostre. Altro giro di giostra e altro strepitoso successo, come si diceva dell’Arlecchino di Strehler.

Con L’anomalo bicefalo - satira feroce e controinformazione politica - i due arrivarono nel 2003, il 14 dicembre. E fu la penultima della storia friulana. Un anno fa, si diceva, un arrivederci che mai avrebbe voluto trasformarsi in un addio.

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