Fontanafredda ancora sott’acqua «Le pompe idrovore non bastano»

In difficoltà i residenti di Ranzano e Vigonovo: ci stiamo giocando uno stipendio in bollette elettriche Continuano a restare allagati garage e scantinati, la protezione civile non può far nulla contro le falde

FONTANAFREDDA. Acqua alta, morale sottoterra e affari d’oro per chi vende le pompe idrovore. A Ranzano e dintorni i residenti si sentono abbandonati dagli dei e dagli uomini, non fosse per le ronde in jeep della protezione civile. Il business delle pompe, intanto, fa incassi d’oro: 650 euro medi a idrovora per sfogare l’acqua da garage, cantine e interrati. «Falde maledette». Marco Tosoni indica desolato i suoi garage sottacqua: da 10 giorni.

«La protezione civile non può fare nulla contro le falde e due pompe idrovore vanno 24 ore su 24 – racconta Tosoni che è proprietario di un paio di garage inondati –. Ieri, era a quota 52 centimetri e se continua a piovere in montagna, siamo fritti. Ne avremo per un mese». Lo corregge Enrico Nadin, 86 anni portati come un giovanotto e molta esperienza di risorgive e falde. «Ne avremo per due mesi minimo – incrocia le dita alla vita vissuta –. Finchè “bolle la polenta” non c’è pompa che tenga. Tutta la zona di Ranzano e Vigonovo è colpita. Nel Conad in piazza, ci sono gli scantinati pieni d’acqua».

Le idrovore pompano 600 litri al minuto. «Venti anni che abito a Ranzano – racconta Tosoni con moglie e figlia – e l’allagamento dei garage costruiti sotto il livello della strada è capitato una volta. Nel 2010, quando ci hanno rimborsato dei danni e del costo delle pompe. Ci stiamo giocando uno stipendio da pagare in bolletta elettrica: le due pompe vanno ininterrottamente. Ma l’acqua sale».

Hanno parcheggiato le auto lungo la carreggiata e sono finiti sott’acqua, in garage, scaffali e vasi di fiori. «Tra Ranzano e Talmasson saremo una ventina di famiglie con le pompe accese – calcola a spanne –. I tempi di crisi portano anche il problema che non avremo rimborsi, perché gli enti locali sono senza fondi. È un incubo meteo: la neve in montagna e la pioggia ci hanno condannati all’alluvione. Case salve e garage senza speranza». Il pelo dell’acqua si alza e si abbassa: varia anche di 10 centimenti in poche ore, con le pompe che non reggono la sfida. «Autorizzazioni Far West per la costruzione di cantine e autorimesse sotto il livello della strada: gli uffici tecnici comunali hanno sbagliato i calcoli – tuonano gli alluvionati con la rimessa trasformata in piscina a Ranzano –. Errori che paghiamo cari, ma chi poteva pensare a una situazione simile, 20 anni fa. Quando gli inverni erano secchi, freddi e soleggiati. Il cambio meteo ci fa paura e siamo soltanto all’inizio». L’elettricità è garantita, dopo il black-out alla cabina elettrica che aveva messo in scacco una ventina di case, nel comune di Fontanafredda la scorsa settimana. «L’innalzamento della falda è una disgrazia – conclude Tosoni – ma il black-out temporaneo è stato una tragedia».

Chiara Benotti

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