Flaibano, dissequestrata la centrale a biogas

Il nullaosta della Procura a un mese dall’esplosione. Periti ancora al lavoro. L’impianto sarà riattivato non appena saranno definite le cause dello scoppio
Flaibano 07 novembre 2014.Esplosione all'interno della centrale Biomasse..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Flaibano 07 novembre 2014.Esplosione all'interno della centrale Biomasse..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

FLAIBANO. Dopo l’esplosione del 5 novembre scorso, dissequestrata dalla Procura di Udine la centrale a biogas di Flaibano.

Un incidente, questo, che “farà scuola” in quanto in regione dovrebbe essere il primo del genere registrato. Terminate le operazioni stabilite dall’articolo 354 del codice di procedura penale, ora i periti dovranno stabilire quali siano state le reali cause che hanno procurato lo scoppio.

La centrale a biogas è immersa nella campagna al confine tra i Comuni di Flaibano e di Coseano. Non passavano inosservate in questo mese di disattivazione le due grandi “cupole” adagiate su se stesse. Da quanto si è potuto apprendere, la riattivazione della centrale dovrebbe avvenire a breve, dopo aver capito cosa è realmente accaduto alle 5 di quel mattino, quando un forte esplosione ha distrutto il prefabbricato, fortunatamente deserto, in cui veniva monitorata l’attività dell’impianto.

«Per me è confortante che il dissequestro sia avvenuto in tempi brevi – ha detto ieri sera il sindaco Luca Picco –, il che significa che gli inquirenti e i periti hanno le idee chiare su quanto è accaduto. Attendiamo di sapere la motivazione per metterla a disposizione dei cittadini in quanto abbiamo condiviso con loro il partecipato percorso autorizzativo dell’impianto».

«Ci aspettiamo - ha aggiunto Picco – che questa linea sia mantenuta anche in futuro. Noi siamo sereni, da una primissima dell’incidente sembra essere veramente unico nel suo genere».

L’esplosione è stata considerata dagli addetti ai lavori “imprevedibile”. Prima della riapertura dell’impianto saranno necessarie nuove autorizzazioni e relativi collaudi.

La struttura per la produzione di biogas è di proprietà della società agricola Fri-El di Flaibano: aveva una potenza termica di di 2600 kw che veniva generata da un cogeneratore alimentato dal biogas prodotto tramite una fermentazione di insilato di mais e altre biomasse vegetali similari.

L’energia elettrica prodotta era ceduta alla rete, meno quella frazione utilizzata per l’impianto. Un impianto per il quale è stato investito un capitale che si aggira sui 4 milioni di euro, notevole quindi il danno riportato dalla società agricola dopo l’esplosione.

Intanto ieri sera è proseguita fino a tarda ora una riunione di dirigenti e tecnici per fare il punto della situazione e valutare tempi e modi per la riattivazione della centrale.

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