Firmata la nuova ordinanza in Fvg per il rientro a scuola: le regole per le superiori, deroghe solo per alcuni istituti

UDINE. Troppi contagi tra le persone che entrano ed escono dalle scuole. Rientrare in classe non è sicuro. E così gli studenti degli istituti superiori del Friuli Venezia Giulia giovedì 7 gennaio non torneranno in classe:la Regione ha prorogato la didattica a distanza fino al 31 gennaio.

Il perché di questa scelta l’hanno spiegato gli assessori all’Istruzione, ai Trasporti e alla Salute, Alessia Rosolen, Graziano Pizzimenti e Riccardo Riccardi: «Si tratta di una scelta di responsabilità – hanno detto –, abbiamo fatto tutto il possibile per ripartire in presenza con il 50 per cento dei ragazzi, ma con 2.860 contagi registrati da settembre a dicembre nelle scuole di ogni ordine e grado esporremo a maggiori rischi il sistema sanitario che oggi ha difficoltà di tenuta. Abbiamo assunto questa scelta mantenendo un senso di lealtà istituzionale nei confronti del Governo, dal momento che è facoltà delle Regioni intraprendere misure più restrittive rispetto a quelle nazionali». Resta comunque garantita

L'ordinanza e le deroghe
L’ordinanza firmata nel pomeriggio dal presidente Fedriga resterà in vigore fino al 31 gennaio (Scarica qui il testo integrale). Al fine di contrastare il diffondersi del virus prevede la didattica digitale integrata per il 100 per cento degli studenti delle scuole superiori statali e paritarie, e le istituzioni che erogano percorsi di istruzione e formazione professionale.

Resta comunque garantita la possibilità di svolgere attività in presenza nelle scuole dove si renderà necessario l’uso di laboratori strutturati e attrezzati non fruibili da remoto e per favorire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali. «Abbiamo lasciato libera tutta l’attività laboratoriale e aggiunto che queste attività non si possono svolgere da remoto» spiega Rosolen citando un esempio concreto: «Se uno studente deve fare conversazione di inglese può farla in presenza». L’ordinanza conferma fino a fine gennaio l’attuale organizzazione del trasporto pubblico locale, «ferme restando eventuali rimodulazioni determinate dall’andamento della domanda». Il potenziamento del sistema è stato rinviato alla ripresa anche parziale della didattica in presenza.


I numeri
Sono stati i numeri dei contagi a convincere il governatore, Massimiliano Fedriga, a proroga con un’ordinanza più restrittiva rispetto alle misure imposte dal Governo, la didattica a distanza fino al 31 gennaio. A fronte di una popolazione studentesca di 136.760 unità, alla quale si sommano 12.600 docenti e qualche migliaio di collaboratori e amministrativi, tra settembre e dicembre sono stati registrati 2.860 casi di contagio, tra cui 503 ragazzi e 1.908 insegnanti.

La percentuale sfiora il 2 per cento ed è la stessa rilevata a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità (Iss) secondo il quale «la scuola non è tra i primi tre contesti di trasmissione in Italia». Ma Riccardi va oltre soffermandosi sulla fascia d’età più colpita (18,03%) tra 10 e 19 anni, sui 20 mila tamponi già fatti nelle scuole e sulla variabilità di positività dall’1 al 24 per cento per aree geografiche.

«Nelle terapie intensive aumentano i pazienti giovani con polmonite grave, il contagio avviene a scuola e si espande soprattutto nei piccoli comuni dove crescono i focolai senza avere la possibilità di assimilarli alla catena di trasmissione» continua l’assessore nel ribadire che «la scuola è un agglomerato dove la possibilità di contagio è elevata, non è la causa ma una conseguenza che favorisce la diffusione del virus».

I contagi
I contagi scendono troppo lentamente e riportare gli studenti delle scuole superiori in classe «esponiamo di più il sistema sanitario che oggi ha difficoltà di tenuta». Riccardi mostra la curva dei ricoveri della seconda ondata che ha superato da tempo quella rilevata la scorsa primavera. Grafici e numeri non offrono alcuna certezza: «Un sistema quando apre deve avere le garanzie per restare aperto, ora c’è il rischio di riaprire le scuole con il rischio di doverle richiuderle come è accaduto nei mesi scorsi.

Questo meccanismo – conclude Riccardi – impatta sull’organizzazione scolastica, sui trasporti e nella vita delle famiglie». La curva dei ricoveri e l’ Rt a 0,98 sono i parametri che ci collocano a ridosso della zona arancione soprattutto se vengono rivisti i parametri di ingressi riducendo l’Rt da 1,25 a 1.


Il piano trasporti
Il piano per il potenziamento dei mezzi di trasporto è pronto e dal 7 gennaio la Tpl-Fvg è in grado di garantire 120 autobus noleggiati sul mercato privato (Ncc) ai quali si sommano altri 12 convogli messi a disposizione da Trenitalia e dalla Ferrovia Udine-Cividale (Fuc). «Nell’attesa del contributo statale, la Regione è pronta a sostenere il costo pari a 1,4 milioni di euro» puntualizza Pizzimenti non senza spiegare che questa organizzazione assicura la didattica in presenza al 50 per cento.

E per sgombrare ogni dubbio ha spiegato anche «un autobus urbano porta 88 persone, 44 con la capienza al 50 per cento, e al massimo ha 21 posti a sedere. Se vedete quindi circolare i mezzi con tutti i posti a sedere occupati e persone in piedi non significa che violano le norme del Dpcm».

L'istruzione
La decisione è motivata dalla tenuta della situazione sanitaria e dalla necessità di definire una tempistica certa «che – afferma Rosolen – non sia quella di un’apertura di pochi giorni per poi richiudere, come era stato ventilato dal Governo per il periodo prefestivo». L’assessore ha sottolineato il lavoro svolto con l’Ufficio scolastico regionale e le articolazioni del sistema, che hanno fornito massima collaborazione».

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