Fino a 300 test al giorno Pelizzo: pochi disagi

Multata una donna che non ha voluto fornire i documenti Il farmacista: «Episodi di questo genere sono rari» 
Anna Rosso



Si è presentata alla farmacia Pelizzo di via Cividale per fare il tampone, ma si è rifiutata di fornire i documenti e di indossare la mascherina. Così una donna di circa quarant’anni mercoledì ha causato ritardi nell’esecuzione dei test Covid. Alla fine è intervenuta la polizia locale che ha l’han multata per violazione delle norme anti-contagio. Questo è solo uno degli episodi critici con i quali i farmacisti, in prima linea dall’inizio della pandemia, si ritrovano quotidianamente a fare i conti. L’Ordine dei farmacisti e Federfarma Fvg in questi giorni hanno inviato una circolare per ricordare alle farmacie di «richiedere un documento di riconoscimento all’utente che intende ricevere un test rapido al fine di contrastare condotte illecite». L’obiettivo è verificare che i dati coincidano con quelli della tessera sanitaria». «In epoca Covid – ha spiegato il titolare della farmacia Luigi Pelizzo – il lavoro viene svolto su un doppio binario. Da un lato c’è l’attività di sempre e, in parallelo, l’impegno legato al coronavirus, che è davvero tanto. Ogni giorno, in media, effettuiamo 300 tamponi. Dall’inizio dell’emergenza ne avremo fatti 30-40 mila. Nel complesso, il comportamento degli utenti è stato abbastanza buono. In questi due anni sono state poche decine le persone che hanno avuto condotte inappropriate, con atteggiamenti maleducati o con obiettivi ostruzionistici, come peraltro abbiamo ipotizzato per la signora che si è presentata mercoledì» ha sottolineato il farmacista insieme alla moglie che in quel momento era presente. «E ricordo – aggiunge Pelizzo – solo un uomo che ha provato con a dirci “mettetemi positivo”. In generale però – conclude – il bilancio è buono, anche perché va detto che la popolazione in questo periodo è sotto stress».

Poi il dottor Pelizzo tocca il tema dei presunti “falsi positivi”, ossia della pratica illecita attraverso la quale persone contrarie alla vaccinazione (i casi accertati nel Nord Italia sono decine) hanno ottenuto il Green pass rafforzato facendo presentare in farmacia, al primo test, conoscenti che erano positivi. Tale pratica, denominata “truffa della tessera sanitaria”, quasi sempre viene portata a termine all’insaputa dei farmacisti. In pratica, come hanno rilevato i carabinieri del Nas, è accaduto che utenti No vax si siano fatti passare per positivi. Come? Persone positive, recandosi più volte in diverse farmacie a effettuare il test con tessere sanitarie appartenenti ad altre persone sane, sono riuscite a far registrare “falsi positivi”. Gli interessati poi, passati 10 giorni, sono andati a fare un nuovo test che, questa volta negativo, ha certificato la guarigione e fornito loro un Green pass da guarito valido sei mesi. «Ascoltando certe notizie – osserva Pelizzo – sembrava quasi che la colpa fosse delle farmacie. Ma è vero il contrario. Chi attua tali azioni lo fa ai danni delle farmacie. Ecco perché, per esempio, mercoledì sono intervenute le forze dell’ordine. Quella signora non voleva né dare il documento e né andarsene. E pretendeva il tampone senza permetterci di controllare se i suoi dati corrispondevano a quelli della tessera sanitaria con cui aveva fatto la prenotazione». —



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